lunedì, gennaio 30, 2006

Guidando sotto la neve

Venerdì mattina, temeraria e spavalda mi sono messa in macchina per riportare alla sua cuccia sestese Sky da Melegnano, dopo 30 ore di nevicata senza sosta le opzioni erano solo due: restare bloccata o tentare di raggiungere casa.
Mi sono fatta aiutare da Ste a tirare fuori la macchina dal cumulo di neve ammonticchiato davanti al cancello e andando a 30km/h sono arrivata all’imbocco della tangenziale est di Milano, solitamente da casa di ste al casello ci si impiega 10minuti netti, contando le precedenze alle due rotonde, venerdì 1 ora!
Dire che è stata un’avventura è ancora poco, il traffico iper congestionato, le strade sporchissime e pericolose, i camion che come al solito data la loro mole imponente non stanno a guardare se tagliano la strada ad una puf-punto, (è azzurra come i puffi!); bello che sono uscita dalla via e mi sono subito incastrata in una montagna di neve fresca, non riuscivo a muovermi, grazie ad un altro autista che mi ha dato una spinta mi sono mossa!
La neve continuava a cadere copiosa, in tangenziale la situazione non era migliore, la corsia di sorpasso era deserta, e anche semi-ghiacciata per cui noi coraggiosi facevamo slalom tra le altre due corsie passando da una all’altra quando una delle due era più innevata; velocità media 50km/h, visibilità: il proprio naso. Vedevo la neve che mi piombava sul vetro anteriore così decisa che sembrava quasi minacciosa, pareva che mi stesse ammonendo per il fatto che avessi provato a sfidarla volendo a tutti i costi tornare verso casa proprio quella mattina; Nei miei soliti discorsi in solitaria mi immaginavo una conversazione tra me e un fiocco di neve, nella quale iniziavo la mia apologia andando a ripescare l’abilità retorica ciceroniana, facendo perno sulla sensibilità d’animo del popolo di fiocchi neve chiamato a giudicare quella mia azione tanto insensata quanto dettata dal semplice desiderio di portare un po’ di riposo a Sky; in fondo quei batuffoli bianchi sono sempre simbolo di purezza e delicatezza, così invece che iniziare un acceso confronto ho chiesto loro di poggiarsi dolcemente sul parabrezza e lasciarsi portare via dal vento e trovare risposo insieme ai loro compari a lato della corsia in mezzo alla campagna silenziosa.
Dopo un’altra ora sono finalmente sbucata nel caos sestese accolta da altre strade non ancora pulite, gli spargisale non si erano visti e nemmeno gli spalaneve avevano ancora tolto almeno uno strato dalle carreggiate.
Partita da una casa alle 8.45 e arrivata a destinazione alle 10.15, mi ritengo anche fortunata perché andando piano nessuno ha fatto il matto, certo le eccezioni ci sono sempre per cui i sorpassi azzardati si sono visti comunque da parte dei guidatori di SUV che sono fighi e furbi solo loro!
Non ho fatto in tempo ad aprire la porta di casa che Sky si è fiondato sulla sua cuccia e ha iniziato la sua sinfonia russando in tutte le tonalità possibili, si è destato dal sonno dei giusti solo nel tardo pomeriggio, aveva ancora da smaltire i postumi dell’anestesia e lo stress dei giorni precedenti.
Da quel momento mi sono rintanata anche io nella mia stanzetta e libri alla mano e tazza di thè fumante, non mi sono più mossa!
Ne ho approfittato per impastare una pagnotta, ma già che il mio pane lievita con fatica quel pomeriggio mi supplicava di non fargli fare uno sforzo tale, per cui è rimasto un bel doblone ambrato.
Nemmeno la torta al cioccolato di Fiore è venuta! Pensando di risollevare le membra infreddolite con una dose di cioccolato così generosa ho leggiucchiato la ricetta ho aperto il frigo e ho pensato di provare…effetto finale: cratere! Sigh!
Non era proprio la giornata adatta a cucinare, ero anche stanca e assonnata, ma non ho voluto rinunciare all’ebbrezza del tentativo! Ogni volta che poi non mi riesce quello che mi ero preposta mi ripeto che quando mi metto ai fornelli devo anche la predisposizione d’animo giusta, perché altrimenti il risultato non può essere soddisfacente, quel pomeriggio non ho amato fino in fondo i miei ingredienti e sia il pane che la torta se ne sono accorti! Il sapore di entrambi era ottimo, peccato solo che uno fosse ottimo come arma, e l’altra sembrasse un pudding da ospedale!
Hugs,kisses&snowflakes

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Bello il tuo Blog .... mi piace com' scritto !!!
Carino anche il post ma non voglio sentire parlare + di neve .... qui a Genova gio e ven eravamo sommersi !!!

ciao Andri

Vienici a trovare !!
www.bloggers.it/superturismo

Anonimo ha detto...

ciao! che bella avventura hai passato tra la neve...qui a napoli non la vediamo mai :(
io ho una cagnolina che si chiama Lily...saluti a Sky! Buona serata

Anonimo ha detto...

Qui ricordiamo ancora con angoscia il 13 dicembre di tre anni fa! Una nevicata aveva bloccato la città, per fare 10 km ci abbiamo messo 2 ore e 45! E siamo stati tra i più fortunati, perchè molti hanno finito il loro viaggio in un fosso!

Scribacchini ha detto...

Ma che bel racconto! Mi sembra di vederti a chiacchierare con i fiocchi di neve! :-) Tante coccole al cucciolotto: so quanto è bello riavere a casa un musetto che sa dire tante cose solo con gli occhi!
'ciotti a entrambi :D
Patt degli Scribacchini

Gaia ha detto...

si beh, proprio un'avventura!
diciamo che se già guidare non è la mia passione, quella mattina ho messo a prova il mio sistema nervoso! comunque a casa ci siamo arrivatie finchè ha nevicato non abbiamo più ripreso l'auto!!!!