Settimane così strane come le ultime due credo di averle trascorse davvero molto raramente, nel bene e nel male. Non sono state delle “feste” che mi piacerà ricordare, anzi sarò grata se i ricordi saranno sfuocati e nebulosi.
I preparativi per la giornata di Natale si sono ridotti al pomeriggio della Vigilia, fino a quel momento non si sapeva nemmeno dove e con chi avremmo festeggiato, al risveglio sono stata informata da Ste che lui stava male così non abbiamo nemmeno passato insieme qualche ora…e lì il mio umore è definitivamente crollato; ovviamente non per il fatto che lui stesse male, quella è stata sfortuna, ma perché ad un certo punto del 24 mattina mi sono trovata in macelleria a fare un’ora e mezza di coda per comperare poco o niente sentendomi una perfetta cinica perché in quell’istante ho provato un moto di repulsione immensa nei confronti del giorno seguente.
E’ già qualche anno che desidero ardentemente ritrovare lo slancio infantile per affrontare il periodo natalizio che al contrario mi passa senza lasciare il minimo trasporto emotivo, ma che anzi più si avvicina e più mi crea fastidio, vorrei essere felice e canterina andando a cercare i regali, ma guardarmi intorno da sola cercando di immaginare cosa potrebbe piacere a tizio/caio un po’ snerva.
Natale con la mia famiglia, Santo Stefano con quella ormai ufficialmente acquisita guardando gli altri avventarsi sui taglieri di salumi misti e panettoni vari, assaggiando solo un piatto di risotto dopo averlo dimezzato togliendo i due kg di salsiccia che nemmeno fosse l’ultimo cibo rimasto sulla terra mi azzarderei a mangiare, (preciso: non sono vegetariana, ma ho un’enorme avversione per la carne di maiale e insaccati vari, per cui me te tengo bene alla larga…peccato che sulle tavole abbia sempre un posto forse eccessivamente privilegiato).
Il programma poi era quello di passare un pomeriggio sui pattini, il 27 con le Vales e Lorenzo e chi si fosse unito, ma la pioggia e il freddo lo hanno impedito; mesta mesta sono tornata a casa combattendo il sonno accumulato dalla settimana precedente e non ancora soddisfatto con una dormita riposante e tranquilla.
Il 30 io&Ste avremmo dovuto raggiungere Vale, Lorenzo, Cristina, etc a casa di Barbara in montagna, la quale ci aveva gentilmente invitati a trascorrere il Capodanno tutti insieme qualche giorno da lei: peccato solo che quel giorno io fossi a letto con 39.3 di febbre, un mal di testa lancinante e una lucidità mentale da pazza sclerotica, credo di aver però avuto la forza di insultare una gentile signora che via telefono stava proponendomi una collana di una qualche enciclopedia sulla salute…già che se qualcuno osa parlarmi appena sveglia la mia cortesia non è scontata, se per di più vengo svegliata in preda ad attacchi febbrili non credo di garantire un’educazione da collegiale inglese. Così anche le felici giornate sulla neve sono rimaste ibernate in un quadretto che verrà conservato in freezer preferibilmente “vedi l’etichetta”;
Capodanno alternativo, io ste e sky a guardare i fuochi d’artificio dalla finestra, chiusa causa gelo artico. Non è stato male, eravamo insieme, abbiamo cucinato insieme, o meglio Ste mi ha detto che voleva stupirmi cucinando lui, così siamo andati a fare la spesa e ho supervisionato alla realizzazione, ma la mano è stata la sua…a parte il dolce.
Dire che però sentissi l’atmosfera dell’Ultimo sarebbe ipocrita…è stata una bella serata trascorsa con il mio amore e la “patacca”. Tra l’altro credo che fra tutti e tre quella sera il più sano fosse proprio Sky, il che è abbastanza comico visto il suo stato di semi-rottamazione-andante.
Propositi per il nuovo anno mi rifiuto di farne, bilanci per quello appena finito anche…speranza per il 2006?! Sono già troppe perché possano realizzarsi tutte, parto con il piede sinistro? Si in effetti ho dimenticato l’ottimismo nel barattolo del miele che non apro da un bel po’.
Ieri pomeriggio parlavo con Ste a proposito della nostra casa che “in teoria” dovrebbe essere pronta per febbraio, e gli ho fatto presente che ogni volta che ci sentiamo c’è qualcuno che “ha quasi finito”, che sia l’idraulico, l’elettricista o il muratore…hanno sempre quasi finito, ma mai che abbiano finito per davvero.
Mi sembra di vivere in una stasi infinita, è come se avessi indossato una distesa di cemento armato al posto delle scarpe, mi sento ancorata a questa situazione che non va avanti; abbiamo scelto le prime piastrelle a giugno, quando ancora nessuno aveva ancora fatto un graffietto sui muri da abbattere, mi era sembrato anomalo ma mi sono fidata…a ottobre abbiamo scoperto che quelle piastrelle non sono mai arrivate, ma non era mai nemmeno pervenuto il preventivo per le piastrelle, così ne abbiamo scelte delle altre…scoprendo una volta dentro al negozio che era meglio guardare anche per un pavimento per la camera da letto perché non si sapeva se il parquet previsto sarebbe mai arrivato…forse io mi arrabbio facilmente, forse è vero che ho un carattere poco malleabile, ma mi sono sentita veramente presa per il culo.
Devo ancora imparare l’arte della pazienza, è vero sono viziata, è vero sono abituata a fare di testa mia, è vero sono decisamente troppo ferma su certe mie posizioni. Dobbiamo venirci incontro? È vero faccio fatica a staccarmi dalle mie routine e vivere un po’ più sciolta; è vero sono lunatica e il mio umore è una banderuola della peggior specie, capace di cambiare direzione tanto velocemente che anche io faccio fatica a capire quando sono "in vena" e quando proprio non gira;
gente a voi hugs,kisses&cookies...a me una camomilla