Sabato sera dopo aver passato un altro pomeriggio tra arredatori e fanfaroni, io&Ste insieme a Guido, che ci ha gentilmente aiutati con i suoi consigli di architetto, e Sabrina, abbiamo deciso di cenare all’Osteria della Rampina.
Il ristorante è sempre sotto la stessa gestione e tempo fa ne avevo scritto una breve recensione, non particolarmente gentile; l’osteria però è un discorso a sé nel senso che il proprietario ha voluto creare un luogo dove accogliere una clientela più giovane, che magari non è disposta a spendere 100 euro per una cena però non vuole nemmeno finire nella solita pizzeria senza personalità.
Approfittando del salone dedicato solitamente ai banchetti per le cerimonie, e grazie al fatto di avere una seconda cucina autonoma ma organizzata dalla stessa squadra di cuochi, la sera viene allestita una vera atmosfera da osteria. Lo scopo è quello di proporre un menù di piatti tipici della tradizione del basso milanese-lodigiano, dagli antipasti che si snodano intorno ad un’ampia scelta di salumi e formaggi, passando per i primi nei quali dominano i risotti sostando poi ai secondi con la predominanza di carni accompagnate ora che inizia la stagione fredda da una buona polentina, e concludendo in modo strepitoso con quattro o cinque desserts. Tutti i piatti rispecchiano anche la stagione, e possono essere innaffiati da una varietà di vini al bicchiere o in bottiglia notevole.
Tra i salumi iniziali si spazia dal Crudo di Prato Magno e quello Langhirano al classico Culatello di Zibello, alla Pancetta Piacentina, il Ciavuscolo di Visso e il Guanciale della cinta senese, Coppa di testa piccante, Bresaola naturale della Val Chiavenna, Salame di Fabriano;
I Formaggi sono a scelta tra Freschi del territorio
Erborinati
Stagionati
Saporiti
A pasta molle
Di capra
Tutti accompagnati da mostarde e pane casereccio.
I primi erano pochi, ma interessanti: Minestra di ceci e farro, Maccheroncini ai formaggi, Pasta e fagioli, Risotto al salto e infine Risotto al Pannerone e salsiccia;
I secondi: Stracotto di manzo al Barbera con polenta, Trippa alla milanese, Casseola, Costata di bue alla brace,(il prezzo/kg), Rane e pascetti fritti; Polenta con salsiccia chiodini e finferli;
I dolci: Pan Meini con panna liquida, Torta di pere e cioccolato, Mousse di cioccolato con cioccolata; Rosumada al Barbera, Sorbetto all’uva.
La nostra scelta si è articolata così:
- una degustazione di formaggi di capra e freschi del territorio, che comprendeva Castelmagno,Bagoss, Gorgonzola naturale di Casalpusterlengo un Creme de Chevre,(non so dove vadano gli accenti…) un altro di capra stagionato nel ginepro; serviti con: miele di castagno,mostarda di fichi e mostarda di arance,
- tre taglieri di salumi misti tra cui: la Coppa di testa piccante, la Bresaola Naturale, il Crudo di Langhirano, lo Speck del Trentino, il Salame marchigiano.
-Un risotto al salto e due al pannerone e salsiccia;
-Due Stracotti al Barbera e una Polenta e Salsiccia
-Un Tortino al gianduja,( non nella lista, su gentile concessione dello chef a Ste!)
-Due bicchieri di Gutturnio
Totale 68 euro in quattro.
Il tutto preceduto da un piccolo aperitivo di zucca a filetti fritta e Mondeghili, cioè piccole polpettine di carne. Nella tradizione lodigiana queste polpette venivano fatte usando i resti della crane con cui si erano preparati arrosti o bolliti nei giorni precedenti e dato che in cucina vige il detto secondo cui “non si butta via nulla” queste risultano uno dei migliori impieghi di riciclo degli avanzi!
Il tutto seguito da un vassoietto di caldarroste.
Il salone essendo molto ampio è stato come suddiviso in due stanze grazie all’arco che funge da divisorio, nella prima parte esattamente di fronte all’ingresso è stato posto un bancone a ferro di cavallo, sul quale sono adagiati una cesta con i formaggi da degustazione che vengono tagliati e preparati sul vassoio da portata sotto gli occhi degli avventori, così come per i salumi che sono riparati dietro una teca e che vengono affettati al momento con un’affettatrice ultraprofessionale e splendida, (che se non costasse così tanto sarebbe meravigliosa trionfante in cucina), accanto spicca un bellissimo mobile tipo dispensa sul quale vengono tagliate le forme di pane: ai formaggi, naturale e alle olive, servite in un cestino e disposte sopra un mazzo di grissini stirati.
Il resto del salone è occupato da pochi tavoli, la volontà è quella di mantenere tranquillità ma nel contempo rendere l’ambiente meno formale del ristorante a fianco.
La qualità è ricercata e i prezzi competitivi.
Siamo usciti con la pancia piena, e come direbbe la mia amica Vale:” Satolli,Tronfi e Tacchinii”
Non abbiamo speso nemmeno una follia, abbiamo passato una serata tranquilla e molto piacevole.
Credo di essermi già dilungata abbastanza anche se non ho ancora nemmeno iniziato i particolari di alcuni piatti che mi hanno colpita..lascio a dopo! Ora largo alle foto…
Hugs,Kisses&cookies