Questo risale a qualche tempo fa!
Che strano pomeriggio, da una parte la noia più assoluta nei confronti di questa routine così…prevedibile, dall’altra c’è una voglia indescrivibile di fare, vedere, scoprire il mondo, perché lo so che ci sono migliaia di situazioni, tutte diverse che sono lì in attesa di essere vissute, di essere percepite appieno, senza timore e senza remore.
Un tuono…c’è il sole che piano piano sta tramontando, è di un colore così particolare; è tipicamente autunnale, non più di un colore caldo e avvolgente come durante i tramonti estivi, ma nemmeno totalmente freddo come in inverno…giustamente di transizione, eppure sta anche piovendo, l’aria si è levata più fresca che nei giorni passati, forse è davvero arrivato il momento di salutare le mezze maniche e dare il benvenuto a quel maglione di lana che poverino iniziava a sentirsi un po’ inutile. Beh, la colonna sonora di questo momento meditativo non poteva essere troppo invasiva, serve una dolce melodia che permetta il raccoglimento dei pensieri…si va bene, almeno il tentativo di raccoglimento perché sono così tanti e per la maggior parte così dispersi che volerli raggruppare tutti in una sola volta sarebbe una violenza più che una conquista, meglio dunque una musica trascinante e leggiadra: i Kings of Convenience sembrano adatti, quasi ricordano Simon&Garfunkel, tra l’altro ho scoperto ieri che il sig. Art Garfunkel ha appena compiuto 63 anni, caspita li porta bene, ancora arzillo e promettente!
Ho sfornato due teglie di savoiardi, mi sono cimentata con questi biscotti, semplici ma versatili nelle preparazioni di dolci un po’ più complessi come il mitico Tiramisù, pare che sia il dolce più amato in Italia, di certo è quello che a me fa letteralmente perdere la testa…si fondono una quantità di sapori e sensazioni che sono travolgenti…ci sono i biscotti alla base che da mediamente secchi diventano totalmente malleabili non appena immersi in un goccio di caffè che smorza decisamente il loro sapore dolce con un aroma amaro e intenso, poi c’è il retrogusto di quella minima parte alchoolica che non deve predominare, ma essere solo un lieve sentore percepito in ultimo assaggio…poi la crema al mascarpone, è vero non proprio l’ideale per la linea, ma il trucco per renderla poco più leggera è smezzarla con pari quantità di ricotta…così ci si illude di poter peccare un po’ di più! Dicevo, la crema lavorata a lungo così che il mascarpone si ammorbidisca tanto da risultare impalpabile e gonfio al tempo stesso perché nel frattempo sono state aggiunte le uova che se non sono assolutamente fresche compromettono il risultato, ma più di tutto la salute di chi si avventerà sulla fetta di paradiso…il cacao che oltre a dare colore e un profumo inconfondibile, toglie il “troppo dolce” che non permetterebbe il famoso secondo assaggio! Il tutto disposto strategica,mente a strati, così che quando ci si trova davanti a questo piccolo tesoro, se ne possano scoprire i segreti senza chiedere con aria sospettosa, “ma con cosa è fatto?”, questo non è permesso, o meglio non lo è ai commensali attenti e curiosi che non si lasceranno scappare un’occhiata fugace al complesso prima di partire per un viaggio nei meandri del piacere. Un dolce che effettivamente Tira-Sù, il morale, i pensieri…l’umore. Una fetta servita ad arte non necessita di particolari presentazioni di contorno, basta semplicemente dare una forchettina che il gioco è fatto, chi può resistere a tanta voluttuosità? Si taglia perfettamente senza l’aiuto di un coltello, è morbido al punto giusto da non lasciare che si sbricioli o coli alcunché, quando il primo boccone arriva i sapori si fondono in un tutt’uno pur conservando però ciascuno la propria personalità: dolce-amaro-morbido-sodo-vellutato. Sembra quasi una metafora della vita, nel senso che anche la vita è un amalgama di tanti fattori che combinati insieme viaggiano perfettamente sullo stesso binario ingranando marcia dopo marcia in modo automatico, ma ognuno ha un suo perché individuale e un proprio essere totalmente diverso dagli altri..a prima vista sembra che nessuno possa essere ben combinato con il resto, ma poi provando con le giuste dosi e i giusti abbinamenti si scoprono essere in perfetta sintonia e guardando attentamente la stratificazione si possono individuare le singole componenti che però messe proprio in quel determinato ordine hanno un senso altrimenti svaluterebbero il complesso. Che viaggi mentale a partire da un semplice biscotto, è vero che la mente è su un altro livello, faccio fatica a stare dietro tutti i pensieri, sono troppo veloci, una volta che ne raggiungo uno, chissà quanti altri mi stanno già facendo Ciao-ciao e hanno già ripreso la loro corsa verso un altro lido, così quello che sono riuscita a trattenere un po’ più a lungo posso cercare di addomesticarlo e fargli capire che non deve avere paura perché facciamo entrambi parte di una stessa unità e anzi possiamo sfruttare questo a nostro vantaggio spalleggiandoci uno con l’altra e sostenendoci magari per capire qualche cosa di nuovo che prima da soli non avevamo colto!
Nel frattempo si è fatto buio, sopra i palazzoni c’è qualche timida nuvola che viene sfrangiata dal vento, la temperatura è decisamente calata, fa freddo adesso, l’aria da fresca che era nel pomeriggio è diventata pungente, ancora sopportabile, ma tra qualche giorno potremo dire di essere in pieno autunno, giornate magari soleggiate ma fredde oppure uggiose e grigie dalla nebbia che la mattina si ostenta a stare bassa bassa e che non si vuole levare…ho paura a guidare quando c’è nebbia, non riesco a vedere cosa c’è davanti a me soprattutto quando si tratta di viaggiare in tangenziale, avere quella sensazione di incertezza totale perché la percezione è così vaga, è agghiacciante!
Dopo il dolce, il testimone è passato nelle mani di un piatto leggero, ma altrettanto nutriente, un bel passato di verdure miste, ovviamente tutte rigorosamente di stagione, storcendo il naso verso quelle che hanno tentato di infiltrarsi guardinghe ma senza risultato, perché per loro è giunta l’ora di andare a fare la nanna in letargo fino al momento adatto al loro risveglio, ognuna secondo i propri tempi di maturazione, per cui spazio alle erbette, rape, zucca e spinaci…lo so anche io che ho la fissa per il cibo e la cucina però come saggiamente dice la mia amica vale, senza cibo e senza dormire non si vive, mangiare e dormire sono due fattori determinanti per la sopravvivenza, e io mi permetto solo una piccola precisazione, mangiare correttamente dormire altrettanto bene permettono una vita quantomeno sana. Per quanto mi è possibile cerco di attenermi a poche ma essenziali regole sia quando cucino, ma anche un passettino prima quando ancora bisogna decidere gli accostamenti dei cibi…so benissimo che una pasta con il “ragù” è buona e accattivante per il palato e per gli occhi, ma la combinazione di quel tipo di carboidrati, o meglio zuccheri complessi con le proteine animali non è il massimo per l’organismo…ma poi non si può nemmeno pretendere di essere troppo rigorosi mattino-pranzo-cena, altrimenti se il fisico ha i suoi benefici, il livello di soddisfazione psicologica è appiattito! Sta di fatto che quando l’alimentazione è sana noi stiamo bene, quando iniziano i pasticci è la fine, sia nel bene che nel male, perché se in un primo moneto sembra che tutto vada per il verso giusto comunque, lo scivolone è appena dietro l’angolo e rialzarsi poi è difficile e molto più impegnativo che non fare una piccola rinuncia preventiva, lo dico in prima persona, avendo sperimentato gioie e dolori della tavola, essendo scivolata e avendo provato a rialzarmi, aggrappandomi forse un po’ in ritardo alla mano che mi veniva offerta come appoggio, e che ogni tanto tendo a voler lasciare perché ormai convinta di potercela fare con le mie gambe, ma poi mi rendo conto che forse sono ancora un po’ deboli, tanto che se non scivolo di nuovo mi ritrovo però in ginocchio.
Esorcizzare il timore del cibo, cucinando per gli altri, questo è quanto ho capito, e la tenacia impiegata in un continuo miglioramento è dovuta al fatto di non voler cadere ancora perché una volta fa male, ma due fa paura! Raggiunto un apparente stato di tranquillità basta poco a far tornare il caos e il rifiuto sottile per il proprio benessere, è bruttissimo da dire, ma il rapporto con il cibo può essere così angosciante da rappresentare l’unico pensiero nell’arco della giornata tanto da organizzare le ore e gli impegni a seconda della disponibilità o meno a mangiare o digiunare, più che altro a seconda di quanto affetto uno prova nei confronti di se stesso: tanto? Allora oggi magari ci scappa una coccola e oltre ad una mela come pranzo ci accompagniamo anche un’inalata mista! Il giusto? ( ma poi come si fa a volersi bene il giusto?), beh,.dai oggi un’insalata o verdurine grigliate rigorosamente scondite; poco? E allora che bisogno c’è di mangiare a pranzo? Meglio un giro in libreria o comunque essere abbastanza lontani da casa per l’ora di pranzo così da non cadere nella tentazione di tornare e piluccare continuamente.
Ho divagato dall’inizio di questa sequenza di riflessioni, ma il punto non era avere un punto, ma semplicemente stare qui e scrivere, quello che c’era quello che ho visto, quello che ho sentito; quello che sogno ha un capitolo tutto a parte, anzi potrei essere ancora più precisa e dedicare ai miei sogni paragrafi tematici raggruppati sotto un titolo generale “I sogni di Gaia…e anche qualcuno in più!”. Sono belli i sogni, sono teneri, io ci metto tutta me stessa dentro quello che sogno, mi crogiolo nell’idea di potermi creare un mio universo parallelo, non troppo distante da questo vero, ma abbastanza da poter realizzare piccole conquiste tutte mie! Chissà perché nel mio immaginario compare sempre qualche immagine infantile, io da piccola, io da grande con i miei piccoli, i miei bimbi…quanti e quali saranno poco importa, quello che conta è che ci siano. L’idea di famiglia, forse un po’ topica ma in fondo è un sogno altrimenti che sogno sarebbe?
sabato, febbraio 19, 2005
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