lunedì, febbraio 28, 2005

Ancora neve!

Anche questa mattina al risveglio sono stata colpita dall’immagine di una distesa bianca che ha coperto tutto il cortile! Passandovi in mezzo ieri pomeriggio avevo notato che dalle piante stavano spuntando le prime piccole gemme, almeno così saranno riparate da una coperta di neve che non le lascerà congelare!
La cena di sabato è stata strepitosa! Qualche piccola modifica al menù di base c’è stata, tipo niente piadine,sostituite da pani di varia forma e sapore( noci, olive,s oya, integrale,di grano duro), e niente tartellette, sostituite da una bella Sbrisolona e qualche frollino alla nocciola&gianduja e una torta-gelato gentilmente sottratta sotto al naso del papà di ValeVale!!!
In ogni caso, sabato pomeriggio è stato dedicato alla pasticceria divertente, perché io&ste ci siamo improvvisati nella preparazione di due Sbrisolone, davvero buone e tanti biscotti.Che storia…farina ovunque, viaggiava leggera nell’aria della cucina, riscaldata dal tepore del forno acceso dal quale si sprigionava poco alla volta l’aroma intenso delle mandorle messe a tostare per poi essere tritate e amalgamate alla farina…per cadere infine in una pioggia di briciole nella tortiera rotonda!
La frolla dei biscotti, che appena si è ammorbidita quel tanto che bastava per stenderla in una sfoglia sottile emanava un profumo di nocciola così buono che avremmo potuto spalmarla di cioccolato e mangiarla così com’era! Più o meno è quello che è successo,perché i piccoli avanzi ritagliati dalle formine non sono finiti a cuocere in forno,ma sono stati una piccola merenda!
Io mi sono sbizzarrita nel ritagliare stelline di ogni forma e tipo, coprendole un volta uscite dal forno, con una colata di ganduja…Ste invece ha dato libero sfogo alla sua vena creativa, “incollando” biscotto-su-biscotto, come fosse stato un bimbo alle prese con formine e didò…
Per la cena vera e propria abbiamo invaso la casa di curry e paprika dolce…mi è sembrato di fare un salto indietro nel tempo, a quando avrò avuto all’incirca otto-nove anni e andavo in giro con la mia mamma per il mercato de “Il Cairo” un’esplosione di colori e profumi così intensi e penetranti che anche una volta fuori il naso pizzicava ancora per tutti gli aromi in cui era stato forzatamente immerso e gli occhi erano ancora lucidi per la polvere che li aveva velati camminando!

Mi ricordo la distesa di cesti, che a me sembravano grandissimi, erano più alti di me, ci sarei tranquillamente scomparsa dentro; erano ai lati delle piccole botteghe e costituivano i banchetti dei venditori che invitavano la gente che passava ad annusare e a toccare con mano la qualità delle loro merci, c’era confusione, urla, bimbi che correvano o che si avvicinavano a me con la stessa curiosità che avevo io nei confronti di quel mondo così diverso da quello con cui ero abituata a confrontarmi, tanto che a volte mi ritrovavo circondata da un piccolo nugolo di bimbi che guardavano i miei capelli biondi come fossi stata un animale strano! Io ero intimorita, non ero abituata ad essere osservata così attentamente. Io concentravo la mia attenzione a quella distesa di colori che coprivano tutte le tonalità dal giallo brillante al rosso più accesocurry, paprika, zafferano, fiori profumati da infusione erano una sequenza di dolce-piccante-salato che inebriava e andava diretto ai centri ricettivi del cervello!
E poi c’erano i cesti traboccanti di ogni tipo di frutta secca, datteri che grondavano zucchero, così grandi che uno solo avrebbe tranquillamente potuto sostituire un pasto completo! Intanto che scrivo, mi vengono alla mente immagini sempre più chiare e nitide di quelle immersioni polverose, c’era una bottega, credo vendessero caffè e thè, ma non ne ho la certezza, e appesa ad una parete c’era una gabbia davvero immensa che conteneva un pappagallo enorme, non ho mai più rivisto nulla di così altrettanto grande…c’era tanto rumore lì dentro, tutti che alzavano la voce per sovrastare quelle altrui e riuscire a farsi sentire nel boato comune, o solo per fare un po’ spettacolo e richiamare altra gente solo per soddisfare una vena di curiosità! Quel pappagallo, forse era spaventato dalla quantità di persone stipate tutte insieme, o forse era eccitato dal rumore, sta di fatto che anche lui/lei, schiamazzava con tutto il fiato che la sua gola gli consentiva, perché a intervalli di qualche secondo uno dall’altro si sentivano grida acute e assordanti provenire dalla sua direzione, e contemporaneamente dimenava le ali, come fossero state braccia in attesa di rompere la gabbia e farlo volare lontano. Mi aveva colpito perché non capivo come potesse stare lì dentro, come avessero potuto metterlo lì dentro, ma non li aveva beccati tutti? Mah, credo di sì date le dimensioni imponenti.

Mi sono dispersa di nuovo: dopo averi impregnato l’aria della casa di curry, abbiamo apparecchiato il tavolino del soggiorno, in modo da creare un’atmosfera di tranquillità e intimità che ci permettesse di mangiare vicini e chiacchierare senza doverci continuamente interrompere chiedendoci a vicenda: “mi passi il pane, per favore?”, “hai sete, vuoi acqua?”
Quando sono arrivate le due Vales, ho messo su il riso, cuocendolo pilaw e poi ci siamo seduti a terra e abbiamo dato il via al nostro piccolo banchetto, innaffiato di infuso alla menta per rinfrescare e idratare bocca e palato, anche se non amando la cucina piccante non ho voluto aggiungere peperoncino o paprika piccante.

Hugs,kisses&cookies

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