Libri,tomi e…Cioccolato!
Qualche giorno fa cogliendo l’occasione della pioggia torrenziale che si stava abbattendo su Milano, come rifugio ho scelto la Feltrinelli di P.za Duomo, alla quale sono particolarmente legata, proprio per quella tranquillità che trovo e nell’indifferenza tipica di un grande store milanese, nel quale si può girovagare senza che le commesse ti vengano ad infastidire ogni trenta secondi, perché sostanzialmente non è come entrare in un negozio di abiti dove vieni classicamente assalita da un’orda di “shop assistants” smaniose di alzare la propria percentuale di provvigioni giornaliere; in libreria è ancora possibile barcollare da un reparto all’altro nella più totale solitudine contemplativa pur essendo insieme ad altre centinaia di persone.
Il mio giro tradizionale consiste in una passeggiata tra i “libri più venduti” posti all’ingresso in cerca di qualche novità interessante, di solito cerco le ultime da Sepulveda, Marquez e possibilmente Bryson, ma quest’ultimo ha smesso di produrre e i sudamericani si stanno muovendo su una strada che per ora non mi è del tutto chiara, per cui prendo, leggo e rimango perplessa, ma quantomeno mi suscitano una sensazione!
In ogni caso questa volta i miei acquisti si sono limitati all’ultima fatica di Ali Smith “Voci fuori campo” e “Colazione da Tiffany” di Truman Capote, entrambi dettati dalla più smisurata curiosità poiché della scrittrice scozzese ho sempre letto buone recensioni critiche e così vorrei poter fare un confronto fra le tante, e del secondo invece non ho mai letto nulla, nella mia ignoranza ho semplicemente guardato il film con la mitica Audrey Hepbourne, senza per altro sapere che c’era un libro alle spalle.
Dopo aver saccheggiato la zona, mi dirigo verso il reparto “bambini” perché a parte la scenografia colorata, le seggioline stile puffo e tutti quei libercoli di fumetti e storie fantasiose, ci sono anche relegati in un angolo le bibbie di cucina, tra le quali solitamente perdo la cognizione del tempo oltre che il conto in banca!
Mi sono appropriata di una miniatura di poltrona e dopo aver impilato una quantità pari alla mia altezza di ricettari e manuali accanto a me, ho iniziato l’opera di spulciamento: “Amor di cioccolato” Di Barbara Golini ed.Maria Pacini Fazzi Editore, è un volumetto grande come un block notes, nel quale questa appassionata del divin oro nero, ha racchiuso tutta la sua conoscenza nella lavorazione del cacao, da “entusiasta dilettante” come si definisce lei stessa nell’introduzione. Sono molto belle le ricette che seguono, perché sono semplici e veloci da riproporre, senza passaggi eccessivamente elaborati che potrebbero indurre in confusione, ovviamente suddivise in aree tematiche: “Cioccolatini&Decorazioni”, “Torte&Pasticcini”, “Dolci al cucchiaio&Creme”, “Cioccolata in tazza&Bicchiere”, “Il cioccolato in cucina”. Della stessa collana chiamata “I Mangiari” mi ispirano anche “Dolci primo amore” sempre della Golini, e “Un chicco magico.Ricette di caffè” di Carla Geri Camporesi. Peccato non averli trovati, ma avevano solo pochi volumetti, non una grande scelta.
Vista la giornata umida, fredda sentivo il bisogno di trovare conforto almeno nelle foto cioccolatose di quei libri, così mi sono regalata “Cioccolato” di Linda Collister, Luxury Books.
Ci stavo girando inrono come un ape al miele, da quando l’ho visto appena uscito e ogni volta che mi capitava di trovarmi tra i libri di cucina lo sfogliavo puntualmente imparando a memoria passaggi e piccole ricette sfiziose, infatti ora che finalmente è entrato di diritto nella mia biblioteca, quando lo apro so già a che pagina troverò quella ricetta che mi è venuta in mente.
Gente, è davvero bello! A parte le foto che sono spettacolari, quando anche le mie si avvicineranno almeno ad un millesimo a quelle riportate sul volume allora sarò contenta! Oltre alle classiche divisioni in temi e categorie, mi piace la scelta delle ricette che pur essendo abbastanza simili a quelle che si possono trovare in altri ricettari monotematici, sono spiegato in maniera semplice e i passaggi sono chiari e veloci, così non ci si perde in chiacchiere.
Ho sperimentato il giorno dopo la
Torta al cioccolato con Amaretti.
Ingredienti, (x 8)
110g di cioccolato fondente tritato, (io uso sempre quello almeno al 70%)
110g burro a temperatura ambiente
110g zucchero semolato
60g di amaretti sbriciolati
60g farina “00” setacciata
3 uova grandi
2 cucchiai di liquore all’amaretto
-Mettere il cioccolato e il liquore in una ciotola resistente al calore e far sciogliere a bagnomaria. Mescolare dolcemente,togliere dal fuoco e lasciar raffreddare.
-In un’altra ciotola, unire al burro lo zucchero semolato e mescolare bene fino ad ottenere un composto leggero e spumoso.
-Aggiungere i tuorli, uno alla volta, e poi il cioccolato fuso.
-Quando tutto è bene amalgamato, con un cucchiaio di legno unire anche gli amaretti sbriciolati e la farina setacciata.
-Montare a neve ben ferma gli albumi e unirli delicatamente in tre riprese al composto.
-Imburrare e infarinare uno stampo a cerniera, trasferire il composto livellandolo bene, passare in forno già caldo a 180°.
-Cuocere per 30-35 minuti. Verificare la cottura con la prova stecchino.
-Una volta raffreddata la torta, spolverizzarla con zucchero a velo e servire tiepida o a temperatura ambiente.
In occasione del compleanno di Stefano, non ho usato il solito stampo rotondo, ma uno a forma di fiore, inutile dire che all’ora di merenda ne è sparita più di metà. Il cuore è rimasto morbido e secondo me quella è la parte più buona di tutta la torta, perché il fatto di riuscire a creare un nucleo cremoso e umido fa risaltare anche la leggera meringa che si viene a creare in cottura sulla superficie. Ho scattato più foto, ma con la macchina di Ste, spero si ricordi di scaricarle e mandarmele, altrimenti mi vedo costretta a rifarne un’altra solo per poterla fotografare nuovamente!
Il pellegrinaggio settimanale in libreria si è poi concluso con il terzo volume di Allan Bay, “Le ricette degli altri”. Dopo aver divorato in poche ore i precedenti “Cuochi si diventa” 1e 2, mi sto istruendo sulla cultura culinaria europea ed extra grazie alla pungente ironia di questo critico gastronomico, che mi piacerebbe incontrare per una chiacchierata perché anche se delle volte mi indispettisce in alcune affermazioni, mi intriga da matti per come si propone nei confronti del piacere del cibo e dell’atto culinario in se.
Hugs,kisses&cookies
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