mercoledì, aprile 12, 2006

Sogni&Realtà

Forse ogni tanto questa Gaietta sogna troppo.
Da amante delle fiabe mi sono illusa che anche quella che aveva abbracciato la mia vita fino ad un paio di settimane fa potesse avere un lieto fine, con tante margheritine di campo a fare da cornice al volume nel quale un giorno avrei racchiuso il racconto di una storia tenera e felice; purtroppo la realtà mi ha sbattuto la porta in faccia e quel volume dalla copertina di cuoio rilegato a mano, con un laccio di seta turchese ad avvolgerlo per proteggerlo dal passare del tempo subirà un cambiamento, perché non potrà raccontare un lieto fine…quantomeno per quella storia che per 3 anni e mezzo mi ha fatta camminare un po’ più in alto rispetto al livello del suolo.
La mia favola è finita sciogliendosi al primo sole di questa incerta primavera;
Una mattina mi sono svegliata, pioveva avrei voluto ci fosse il sole per poter passare la giornata all’aperto ma il tempo preannunciava un infelice volgersi degli eventi e io non ho saputo cogliere quel segnale; un appuntamento mancato, un messaggio ricevuto ma senza risposta, un pranzo veloce e una telefonata fiume che mi ha raggelata e incatenato il cuore in una morsa di dolore e totale impreparazione, il pavimento della mia camera che da mi ha sempre cullata nei momenti di ozio è diventato duro e freddo e mi teneva incollata a sé, non trovavo la forza di posare il telefono incredula su quanto mi era stato detto, non capivo non capivo, non realizzavo il punto della conversazione…il PERCHE’.
Perché…perché…perché…una parola che mi accompagnata per tutta la successiva notte passata ad arrovellarmi, rigirandomi in un letto che stavo odiando, in quella stanza che aveva ascoltato tutta la conversazione, che aveva intuito forse prima di me che c’era qualche cosa che non andava, ma che non mi ha detto nulla e io non ho capito.
Lacrime, pianto, singhiozzi, il respiro che fatica a completarsi, la sensazione di vuoto nel cuore, l’emozione della pura disperazione…così di punto in bianco ho visto quelle due spalle che fino al giorno prima mi avevano confortata e protetta da un dolore ancora più grande e che hanno asciugato lo sfogo del pomeriggio precedente con un bacio dolcissimo, quelle spalle nelle quali avevo riposto il mio futuro e la parte più intima della mia anima si sono girate e se ne sono andate e in contemporanea ho sentito che qualche cosa stringeva la mia mano destra: era la solitudine.
Lacrime e notti insonni, svegliarsi con la sensazione di aver lavorato tutta la notte in una miniera ma rendersi conto che invece a volte sognare fa male.
In quella favola avevo costruito un castello che mi sembrava solido e resistente alle disgrazie più tristi e che mi avrebbe aiutato a superare gli ostacoli più alti e difficili, e invece è arrivato un terremoto che lo ha fatto crollare come fosse stato di sabbia; il mio castello con i suoi soffitti spioventi, due archetti all’ingresso due sole stanze ma grandi a sufficienza per contenere un sentimento senza dimensioni sottile come una velina ma profondo come una promessa; non ci sono più le piastrelle ocra, i pavimenti di cotto e l’ingresso con quel delizioso tre-piede di ferro battuto sul quale avrei appoggiato le chiavi del mio sogno ogni volta che avrei varcato l’ingresso.
Pensieri, pensieri e ancora pensieri più del solito, più grandi per cercare di capire che cosa sia successo nell’arco di una sola notte, che cosa sia stato il motivo che abbia scatenato questa fretta.
Non ho capito, le mie erano domande precise…un perché.
Ad ogni decisione presa corrispondono delle conseguenze;
Scappare davanti ad una responsabilità non so quanto possa aiutare per intraprendere una vita adulta, di certo un impegno che coinvolge due persone è una grossa responsabilità…essere spaventati è più che lecito ma avere la forza per superare questo spavento è il vero traguardo da tagliare, è comodo svicolarsi e scegliere la strada più dritta, le curve sono difficili da percorrere, le salite fanno sudare e le discese sono pericolose perché se si cade si rotola fino alla prima pianura, ma mano nella mano ci si arriva a quella pianura.
Quella pianura per me è ancora raggiungibile, certo che ora al posto di una mano che intreccia la mia c’è lo sguardo di una patacca scodinzolante che insegna che cosa sia il vero amore incondizionato.
Lo sogno ancora quel volume di cuoio, quando lo avevo ipotizzato era di grandi dimensioni perché ci avrei scritto buona parte della mia vita, ora tutte le pagine in attesa della carezza della stilografica resteranno bianche, ma solo perché ho intenzione di scriverne uno tutto nuovo giorno per giorno, con le vittorie le sconfitte le delusioni e la felicità, ma soprattutto i sogni, gli stessi sogni nei quali ancora ripongo la fiducia della mia realizzazione.
Hugs,kisses&dreams
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13 commenti:

Anonimo ha detto...

Lo so, ora è troppo presto, ma posso dirti una cosa? Pensa che non ti merita...

Ciao da Babi ;-)

Anonimo ha detto...

gaia..l'anno scorso io sono andata avanti a chiedermi PERCHé x mesi..ma x quanti sforzi facessi per cercare di capire, non mi è stata data e non ho trovato risposte plausibili o consolatorie..mai una notte mi ha portato consiglio, mai una giornata , una telefonata, un incontro, mi hanno fornito indizi incoraggianti per trovare una soluzione, o un motivo..

in base alla mia piccola esperienza mi sento con tutto il cuore di dirti di non farti troppe domande, di smettere al più presto di cercare delle risposte, perchè se una persona non te le sa dare vuol dire che non c'è bispgno di cercarle..e andare sempre a scavare nel passato fa male e non permette di guardare al futuro..

mi raccomando, mantieni la tua forza e la tua determinazione, e non smettere mai di sorridere alla vita..

..e per qualsiasi cosa..ricordati che io ci sono!!!..compagne di squadra come durante le partite di basket..in cui non ci arrendevamo molto facilmente!!! =)

Gaia ha detto...

Ciao Babix,( vale docet!)
si lo so anche io è presto, fa ancora male, si sorride comunque e si va avanti giorno per giorno credo sia una buona medicina!

Chiaretta mia! un po' di pace la sto cercando, sai che non ho proprio la forza per continuare a fare capriole con la testa...sarei un po' stanchina di pensare, sta arrivando la bella stagione, sta arrivando il caldo e l'estate mi basta questo!

Lo so che ci siete, ne ho avuto prova e conferma e per questo vi ringrazio tanto! vi voglio bene e anche se non ce lo diciamo spesso è un affetto sincero!

Scribacchini ha detto...

Lo so che non c'entra niente ma è scritto davvero magnificamente, per il resto, se esistono parole, non le conosco.
Lo zio

Scribacchini ha detto...

Gaietta, vorrei dirti tante cose, ma suonano piuttosto banali, anche se sono vere. Quindi non te le dirò, tanto tu hai già capito tutto, dentro di te. Una pacca sulla spalla, la vuoi? Un abbraccio? Si, quello sempre. E un grattino alla patacca.
'ciotti tanti
Patt la prozia

Anonimo ha detto...

Ciao Gaietta! Sono sicura che guarderai presto il tuo blog e troverai questo post...Sono in debito di una pausa pranzo (in centro) con te! Ricorda che posso tutti i giovedì e venerdì!!!
Forza e coraggio!!!
Bacioni, Sabry*

...non ti merita quell'immaturo!!!

Gaia ha detto...

Ciao Zio,
grazie...come al solito! ogni volta che do libero sfogo a quello che mi scorrazza in testa mi sembra di essere talmente confusionaria con le parole!

Patt&Sabry: grazie per la solidarietà! un abbraccio è sempre bene accetto e anche un pranzo in compagnia!

però non voglio solo dargli contro, è comunque una persona a cui voglio bene, confusa si..ma gli voglio bene!

Anonimo ha detto...

Un abbraccio!!!

Anonimo ha detto...

Poco male se sono usciti due abbracci!!!

Anonimo ha detto...

Poco male se sono usciti due abbracci!!!

Gaia ha detto...

poco male davvero...ne prendo due e mi prenoto anche per un terzo, intanto ricambio!

Anonimo ha detto...

Ciao sorellina,
Per esserci passata anch'io, mi permetto di augurarti nuovi sogni e nuove felicità, sbagliando s'impara, dice il proverbio, ed io ti dico anche che solo così si cresce, solo così s'impara ad amare e ad essere più forti ... Mi raccomando, sogna ancora fiorellino, i sogni volano, volano via, ma poi non ti lasciano mai...
Ti abbraccio fortissimo, se vuoi scrivimi o chiamami, io ci sono :)
Bacioni

Anonimo ha detto...

Ciao Gaia (posso chiamarti Gaia ? :-)
Sono capitato per caso sul tuo blog ed in particolare su questo post, non ricordo le parole che ho digitato su google ma fatto sta che anche io ero in una situazione simile... ho però scoperto un blog interessante e che forse in futuro mi riconcilierà con la cucina (quella di chi cucina, a mangiare sono sempre stato bravissimo). Vedo comunque che sei circondata da amici comprensivi che non ti fanno certo mancare l'affetto. E non ti lamentare se sei troppo sognatrice, pare sia un difetto del Cancro, capita anche a me ;-)
Aggiungo anche i complimenti per le tue "creazioni" culinarie, mi vergono se tiro le somme dei piatti che so cucinare... (ora che ci penso è lo stesso per come scrivi, acc! sono indietro anche qua! ma è normale per un povero informatico :-)

Ciao!