lunedì, giugno 27, 2005

Se telefonando

L’altra sera chiacchierando con ValeVale al telefono abbiamo convenuto che stiamo crescendo. Lo dico così perché ogni volta che realizzo che abbiamo fatto qualche cosa che ha influito in maniera tanto importante sulla nostra vita, capisco anche che non siamo più bambine, cosa siamo bene ancora non lo so, si va beh siamo ragazze, o giovani donne, ma non è una definizione terminologica che fa la differenza, possiamo anche dire che siamo nell’ultimo periodo adolescenziale o di pre-adulte, ma alla fine siamo sempre “la gaietta” e “ValeVale”, e ci siamo rese semplicemente conto che inevitabilmente la vita ha preso la sua piega determinando decisioni, comportamenti e atteggiamenti, che magari fino a qualche tempo fa non avremmo mai nemmeno considerato.
Probabilmente sono solo io che lo ritengo strano, forse per il fatto che pur ostentando la voglia di “fare la grande” sono ancora malata della sindrome da Peter Pan, perché andare avanti guardando perennemente dietro è un comodo appiglio e una buona forma di tutela!
Probabilmente sono talmente concentrata a consumarmi i neuroni a furia di pensare che mi attivo un po’ meno di quanto realmente potrei…nulla toglie che il tempo passa, e non solo anagraficamente, ma me ne accorgo dalla piccolezze di tutti i giorni…mai avrei pensato a 22 anni…si va bene 23, di mettermi davanti ad un catalogo dell’Ikea per scegliere i mobili per una casa, fino allo scorso inverno lo sfogliavo con aria sognante progettando nella mia testa le stanze che mi sarebbero piaciute in una casa tutta mia, e ora le sto progettando su carta, con piantina e metrature alla mano…
Di colpo sono passati quattro anni dall’esame di maturità, ma dove sono finiti, non li ho nemmeno salutati, sono spariti prima ancora che potessi assimilarli nel passaggio da uno all’altro…dove siete 2002, 2003, 2004? Li cerco ma non rispondono, scrivo di loro con vaghi ricordi frugando fra le carte, biglietti del teatro e del cinema che hanno costellato tante uscite in serate invernali fredde e umide e qualche notte estiva quasi bianca; cartoline e fotografie di vacanze troppo belle; libri letti e da rileggere perché nel frattempo mi sono dimenticata la trama; canzoni che hanno fatto da colonna sonora e che ora portano solo quel significato, magari nemmeno mi piacciono, però quando le riascolto penso: “uh…questa canzone l’ho sentita giù alle Eolie…”
Sogno un po’ utopico sarebbe quello di poter registrare ogni singola “cosa”, (scelto apposta termine generico), che accade nel momento stesso in cui accade, ma non grazie alle tecnologie, no attraverso la scrittura, così come la sto vivendo…ma non posso, doveri vivere con una tastiera attaccata alle dita e sarebbe poco pratico.
Mi piace rievocare piccole giornate che mi hanno trasmesso delle sensazioni e che mi tornano alla mente per un nonnulla…per dire: fino a due anni e ½ fa non sapevo neanche dove diamine fosse melegnano e ora lo conosco meglio di dove abito!!! La prima volta che ci sono andata da sola in macchina ero terrorizzata all’idea di perdermi e finire a Bologna per aver toppato l’uscita della tangenziale; ora ho imparato il nome delle uscite come le fermate della metropolitana.
Rimango strabiliata ogni volta che vedo il mio Riccardino, ha 9 anni e i suoi discorsi sono da “bambino grande” mi parla con una scioltezza tale che a volte fatico a credere a quello che mi sta dicendo solo per la scelta di termini che fa, perché ho viva in testa l’immagine di lui seduto sul suo seggiolone che con il suo indice cicciotto inseguiva le bricioline di pane spingendole fino al bordo per poi brancarle a mo’ tenaglia e guardare fiero la sua conquista ghiotta pre-pappa…o quando ha imparato a salire le scale nella nostra casa in campagna durante le vacanze natalizie, aveva solo un anno e si è cimentato nella scalata della rampa gradino dopo gradino dandosi la carica al suono di “ti-ttu-ttàaaa!” come formula di auto incoraggiamento.

hugs,kisses&cookies

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