lunedì, maggio 29, 2006

Crostata Zucchine&Ricotta


Zia Kat mi ha dato l'ispirazione per una torta salata, o meglio la solita torta salata che qui in questa stagione si consuma spessissimo soprattutto la domenica! Di solito la pasta per la sfoglia la facevo "matta" cioè solo con farina, sale, olio evo e tanta acqua quanto bastava a formare un impasto liscio e compatto, poi la stendevo sottile sottile quasi come quella dello strudel e poi una volta farcita con il ripieno finiva direttamente in forno per una buona mezz'ora! Questa volta ho voluto provare a rifarla in versione celiaca, per cui mi sono cimentata con la stesura di una sfoglia totalmente diversa, il risultato è anche buono, solo che stendere quel tipo di pasta è un'impresa perchè ovviamente essendo priva di glutine non è nemmeno elastica e ha la tendenza a sbriciolarsi, ma si rincolla bene nello stampo!
Hugs,kisses&cookies

Tartare aromatica


Ogni tanto anche in questa casa compare della carne, effettivamente non spesso…anzi molto sporadicamente ma alle volte capita!
Più che una bistecca preferisco questo tipo di preparazioni per la carne rossa, oppure un arrosto…decisamente non sono tipo da mega-fiorentina!

Ingredienti:

500g di trita magra e scelta
2 cucchiai di olio evo
1 cucchiaio di olio di sesamo
1 cucchiaio di aceto di riso
2 cucchiaini di tamari, ( o salsa di soya)
2 steli di erba cipollina tritata finemente
1 cipollotto tritato
la buccia e il succo di un limone, (il lime è meglio, molto più profumato e aromatico!)
sale e pepe bianco a piacere (la tamari è già molto saporita, meglio comunque assaggiare prima di aggiungere troppo sale)
semi di sesamo

-Preparare la marinata emulsionando bene gli olii, l’aceto la tamari e il succo del limone;
-Disporre la carne in una capiente ciotola e aggiungere la scorza del limone, i semi di sesamo, sale e pepe, l’erba cipollina e il cipollotto, versarvi sopra l’emulsione e mescolare bene in modo che tutta la carne assorba il liquido e ne prenda gli aromi.
-Lasciar marinare per almeno 30min. in frigo;
-Se desiderate attenuare il sapore marcato del cipollotto e renderlo anche più digeribile potete metterlo in una ciotolina piena di acqua fredda una volta tritato e lasciarlo così una mezz’ora, poi colarlo e aggiungerlo alla carne. Di solito è un accorgimento che uso perché pur adorando cipolle&co quando sono crude le trovo poco digeribili, facendo così invece restano più leggere.
-Porzionare la carne e servire con dell’insalatina mista.
Hugs,kisses&cookies

sabato, maggio 27, 2006

E qui si corre!


La palla...Sky, dov'è la palla?...dai 'catta la palla... Posted by Picasa

venerdì, maggio 26, 2006

Ancora Pilaw

Questa volta mi sono davvero sbizzarrita: mi sono ricordata di mettere a bagno i ceci che avevo in dispensa e li ho lasciati in ammollo una notte intera e un giorno, cambiando l'acqua e aggiungendo di volta in volta un cucchiaino di bicarbonato per ammorbidire ancora di più la buccia così che una volta cotti potessero essere ancora più digeribili.
Dato che ne avevo una buona quantità, li ho cotti in pentola a pressione per 50 minuti e poi con metà ne ho ricavato dell'Humus e con la parte restante ho provato una ricetta della Cavoletta; non contenta però e già che volevo esagerare mi sono detta ma perchè non accompagnare il tutto con del riso pilaw? così avevo anche la scusa per provare un riso aromatizzato al limone, idea che mi girava in testa da qualche tempo e mi ha dato modo di testare il rigalimoni!!!!


La ricetta finale è in pubblicazione sul blog celiaco, per cui il risultato finale è tutto là!
Hugs,kisses&cookies

giovedì, maggio 25, 2006

Dolcetti al Mais&Frutti rossi

Per caso ne volete uno?
la ricetta come al solito la rimbalzo all'altro blog.
Hugs,kisses&cookies
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mercoledì, maggio 24, 2006

La mente vola..e io? studio!

Anche le gaiette nel loro piccolo...no loro non si incavolano( come sono fine!), o meglio si! si incavolano alquanto, ma non in questo ultimo periodo...piuttosto si svegliano con una volgia matta di andare, di prendere cane e converse slabrate e via fin dove la benzina della puntina color puffo lo consente (credo che si possa arrivare almeno fino a Siena or ora!); probabilmente è per l'attuale stato di isteria da clausura forzata pre-esame incombente e pallosamente noioso che porta la mente a farsi di questi trip, ma direi che "mai mettere limiti" può essere una buona filosofia, o no?
Hugs,kisses&cookies

Ristorante giapponese “Kisen”


Giusto per portare avanti il mio tour tra i ristoranti giapponesi di Milano, o quantomeno quelli che si spacciano per tali, lunedì sera vittima delle mie bacchette è stato il Kisen: un locale di nuova apertura, situato in una traversa non molto frequentata di C.so di Porta Ticinese.
A gustare lo spettacolo si sono gentilmente aggregate due amiche altrettanto curiose e decise a non concedere vie di scampo qualora il servizio non fosse stato soddisfacente!
A dire la verità questa volta mi trovo un po’ impacciata perché la serata è stata davvero molto bella e piacevole, quando la compagnia merita si tende anche a sorpassare sugli errori dell’oste…ma purtroppo non si può davvero perdonare la superficialità con cui si pretende di aderire ad un tipo di cucina così fine e legato a regole precise.
Sorvolo sull’estetica del locale, che per quanto piccolo fosse riusciva a risultare insignificante, tante pretese di essere trendy e alla moda, ma di sostanza molto poca: solito arredamento finto minimal, isola centrale per rassicurare la clientela sulla freschezza del pesce per il sushi/sashimi posto in bella mostra all’ingresso, quando poi tempo 5 minuti si è sentito un boati e almeno dieci bicchieri che si scontravano duramente contro il pavimento; accoglienza fredda e di poca cortesia da parte di un simpatico ragazzone italianissimo iper-palestrato (????!?!) e personale di sala che di giapponese forse forse aveva il colore dei capelli!
Ci viene portato il menù…tristissimo elenco di pietanze descritte come “rotolini di riso” con la traduzione in una qualche lingua orientale non meglio identificata…non che io capisca la differenza tra i vari ideogrammi, ma il dubbio che non fosse propriamente giapponese ci è venuto subito!
Ci sono rimasta davvero male per la poca cura della carta…va beh…ci siamo soffermate poi sulla possibile diffrenza tra una sushi misto che compariva ritratto nelle prime pagine e quello che invece veniva presentato poco dopo con una differenza di prezzo (da 20,00 a 13,50), scoprendo poi che era per la quantità di “rotolini” nel piatto.
Delusione massima, (kja confermi?!) per il riso: era bollito…nemmeno aromatizzato all’aceto ma neanche lontanamente!
Io mi fermo qui, tanto comunque da me non viene promosso.

Ristorante Giapponese Kisen
Via G. Mora
20123 Milano
tel. 02.36525697

Direi che ci tocca continuare con il tour…
Hugs,kisses&cookies

lunedì, maggio 22, 2006

Solo con te

…Solo con te,
non ho bisogno neanche di pensare

E svegliarsi la mattina,
con la voglia di parlare
solo con te,
E non è niente di speciale, ma
questo mi fa stare bene
solo con te

Sai cosa c’è? Ma cosa ci sta?
Quando in fondo ad una storia
Nessuno sa come andrà,
tu mi spiazzi e
ogni volta che mi guardi
mi parli, perso nei tuoi traguardi
Lo voglio fare davvero,
basta che ti ho
Lo voglio fare davvero,
se so che ti ho
Non c’è situazione che spaventa,
Solo con te quella voglia che ritorna

Solo con te
Ogni giorno ti trovo nel mio mondo,
Se stai con me…
Non c’è bisogno neanche di pensare…

hm...?!?

Era tanto che Mr. Patacca non compariva in rete, tenerlo fermo per un servizio fotografico sta diventando un'impresa, così quando riesco a prenderlo alla sprovvista queste sono le espressioni di massima intelligenza che riesco a cogliere!
Più che altro, ieri era in carenza di coccola, perchè è riuscito a farsi soprannominare anche "Cane-Ombra" perennemente attaccato ai miei piedonzi, (quelli nudi), e alle converse che timide spuntano dalla foto...
Già che è lunedì...BUONA SETTIMANA a tutti!
Hugs,kisses&cookies
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domenica, maggio 21, 2006

Pagnotte al mais


Questa mattina mi sono sentita ispirata, sarà stata la sveglia delle 7.15, saranno state le 5h e 1/2 di nanna, non lo so...sta di fatto che ho deciso di mettere le mani in pasta e vedere se ero ancora in grado di fare il pane, dopo un sacco di tempo che non provavo, per ovvi motivi!
Beh, buona parte dell'ispirazione mi è venuta per l'ospite che avrebbe condiviso con me il desco all'ora di pranzo, perchè le volte precedenti si è mangiato i miei crackers senza glutine, che diciamoci la verità...buoni fin che vuoi, ma non come il pane vero! Così mossa dal furore mattutino, ho aperto il mio armadietto preso la farina "00" e la fioretto, olio, sale e lievito, un po' di acqua e soprattutto il mio fedele piano di lavoro e via...

Ingredienti:
400g farina "00"
100g farina fioretto
300ml acqua tiepida
3 cucchiai di olio evo
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di zucchero
1 bustina di lievito di birra per panificazione


-Setacciare le farine e formare al centro la classica fontana; versare il lievito e lo zucchero, aggiungere l'olio e iniziare a d impastare;
-Aggiungere anche il sale e poca acqua alla volta continuando ad impastare per almeno una decina di minuti fino ad ottenere una palla omogenea, elastica e liscia;
-Metterla in una ciotola e ungerla di olio, coprire con un canovaccio umido o della pellicola per alimenti;
-Lasciar lievitare per un paio di ore lontano da correnti, fino a che l'impasto raddoppi le dimensioni;
-Ripredere l'impasto trascorso il tempo e dividerlo in quattro parti di uguale peso e impastarle nuovamente qualche istante formando poi delle pagnotte;
-Disporle su una teglia coperta con carta forno unta di olio, lasciarle lievitare di nuovo per circa 30min.
-Preriscaldare il forno a 200°, quando è in temperatura infornare per 40-45 minuti, fino a che la superficie delle pagnotte sia ben dorata e croccante!


Sono state apprezzate...cavolo mi sono fatta i complimenti da sola...cavolo avrei voluto spalmarle di nutella!
Hugs,kisses&breads

venerdì, maggio 19, 2006

Maguro Don alla mia maniera


Ovvero “Ciotola di riso e tonno”

Che fare a pranzo oggi? Fa caldo, tremendamente caldo…serve qualche cosa di fresco o quantomeno che non impegni la digestione in modo pesante, e allora che c’è di meglio di una bella ciotola di riso alla japo, altrimenti chiamato goham e una sana tartare di tonno?! Si lo so sono dipendente dal sushi&co che ci posso fare?!

Per il riso ho seguito i dettami di Kja.



Per la Tartare:

1 fetta di filetto di tonno
2 steli di erba cipollina tritati
il succo di ½ lime
1 cucchiaino di olio di sesamo chiaro
1 cucchiaio di olio evo
(un pizzico di sale: solo se non si mette la tamari/salsa di soya)
1 cucchiaino di tamari, (o salsa di soya…io la shoyu non la posso usare!)
semi di sesamo a piacere

-In una ciotola preparare un emulsione con il succo del lime, gli olii il sale, la tamari e l’erba cipollina;
-Tagliare a dadini piccolissimi il tonno e unirlo all’emulsione mescolando bene; coprire con della pellicola e riporre in frigo a marinare per una mezz’oretta;
-Quando anche il riso è pronto riporlo in una ciotola e disporvi intorno la tartare

beh…buon appetito!
Hugs,kisses&cookies

giovedì, maggio 18, 2006

Pollini

Ok che è stagione, ok che svolazzano per l'aere così leggiadri e soavi...ma i miei occhi iniziano a reclamare tregua! qui si piange e non è per tristezza, si singhiozza e non è per dolore! Basta pollini...sigh

domenica, maggio 14, 2006

Cuore alle fragole


E’ più forte di me, quando vedi i cesti di fragole al mercato non sono capace di resistere e devo assolutamente farne scorta…adoro le fragole, sono così belle, così dolci, così delicate…mi fanno impazzire per il loro colore brillante, per il verde del ciuffetto, per la forma a cuore di talune e per i chicchiri neri che sembrano piccole lentiggini!
Dopo il rotolo, e il risotto di qualche tempo fa oggi mi sono inventata questa torta semplicissima e di veloce preparazione.

Ingredienti: (per 12 muffins)

150g farina 00
50g frumina
50g farina di riso
80g zucchero semolato
20g zucchero di canna semolato
60g burro fuso tiepido
2 uova intere
1 cucchiaino di baking powder
vanillina
8-10 fragole tagliate a tocchetti ( a seconda delle dimensioni)
15-20g cioccolato fondente 70% grattugiato, o a scagliette




-Preriscaldare il forno a 200°;
-Fondere il burro e lasciarlo raffreddare;
-In una ciotola setacciare le farine con zucchero, vanillina e lievito;
-Tagliare a tocchetti le fragole, dopo averle mondate e lavate e aggiungerle alle farine insieme al cioccolato grattugiato;
-Sbattere leggermente le due uova e aggiungerle alle farine, aggiungere anche il burro fuso ed eventualmente un goccio di latte per ottenere un composto morbido, non importa che sia del tutto omogeneo;
-Preparare gli stampini da muffins, o imburrare un piccolo stampo a cerniera da 20cm, versare il composto e infornare abbassando la temperatura a 180° per 20min.
-Controllare la cottura con la prova stecchino.
Hugs,kisses&strawberries Posted by Picasa

1 Maggio parte seconda

Seconda stella a destra, e poi sempre dritto…



Tempo mezz’ora e siamo andati a recuperare il mezzo, ancora quei quattro passi in una zona di Milano a me totalmente ignota, e si parlava e io mi guardavo intorno, sguardo al cielo rivolto ai palazzi d’epoca, sbirciando tra i portoni per cogliere i cortili interni, sempre di grande fascino; mi sono lasciata condurre alla scoperta di vie che conoscevo ma che non sapevo dove fossero nella realtà milanese, scoprendo che le varie zone non erano poi così lontane le une dalle altre, esordendo ad intervalli regolari di qualche attimo con “ahhh…siamo quii???! Ma dai?!” cogliendo un’occhiata sorridente quasi volesse poggiarmi una mano sulla testa con una pacca quasi fraterna.
“Bene, dove andiamo a mangiare?”
“Ma, non so…un posto tranquillo senza pretese!”
“Si, si va bene!”
“Uh, cavolo…però! E’ lunedì e in più il primo maggio, dobbiamo anche trovare qualche cosa di aperto…”
“Ti va la birreria di sabato sera? Quella in fondo a Solforino…ho la certezza che quella sia aperta…era aperta anche il giorno di Natale!”
“Si, va bene…era anche un bel posto!”
“ok!”
Il traffico della sera ci ha fatto compagnia fino ai Bastioni di Porta Nuova, in sottofondo l’autoradio con un cd discretamente demenziale (pardon…)!!!

Mah…che giornata strana, ma si può trovarsi così bene con una persona dopo aver trascorso insieme poche ore?! Cavolo mi sembra di conoscerlo da una vita e invece facendo due conti arrivo ad un totale di 24 ore, forse, divise in due sere e una mezza giornata…davvero ci sto capendo poco, solo che sono qui che sorrido, mi sto divertendo come una matta, rido e riesco ad sentirmi davvero la gaietta tutta allegra che fino ad una settimana fa tradiva il nome che porta! Senti, ciccia non ti fare troppe domande, tanto ora non hai tempo di trovare le risposte…è una bella serata? Si decisamente! Sei in buona compagnia? Beh…direi! Ti ricordi a cosa hai pensato 5 minuti fa? Hm…no…Bene, ottimo, direi obiettivo mente libera quasi raggiunto, brava continua così!

“Ecco, ora ci tocca trovare parcheggio…”
“Proviamo vicino alla porta, come sabato”
“Bien!”
“Quanta gente per essere il primo maggio…” (si beh, conversazione scema…lo so anche io, ma ora un po’ di tensione c’è! Le mani lo sanno bene, si stanno raggelando)
“Saletta sotto?”
“Si, va bene”
E scendiamo le scale della “Antica Birreria di Porta Nuova”, al fondo di via Solferino, un locale molto bello, piccolo ingresso con portoncino, sala al piano superiore con tavoli di legno o ancora più spettacolari sono dei tavoli ricavati usando come piano di appoggio delle assi di legno levigate e come gambe, quelle che appartenevano alle vecchie macchine da cucire Singer e Necchi, ancora in ferro battuto, con le pedaliere movibili…davvero un piccolo particolare degno di nota; su ogni tavolo l’immancabile candela però qui infilata in una bottiglia di vino ormai ricoperta di cera fusa e solidificata, tutta da staccare con le dita uno dei miei passatempi preferiti quando si esce tra una chiacchiera e l’altra.
Nascoste nell’angolo dietro la cassa al fondo della sala, le scale che portano ad un’altra sala sotterranea, molto grande divisa in tre ambienti, uno più nascosto a creare un’atmosfera più riservata con pochi tavoli da due quattro coperti non di più e gli altri due invece comunicanti e di passaggio per i camerieri che dalla cucina si susseguono portando taglieri misti e pizze fumanti.
Il nostro tavolino poggiava alla dispensa adibita all’ordine delle bottiglie di olio e aceti di vari tipi…mi sono soffermata a guardare le provenienze e le qualità, ma sinceramente non era quello lo scopo della serata!
Ta-dà…arriva il menù, scelta singola? Scelta in comune? Buona la seconda che ci ha portati ad un tagliere misto di Cotto affumicato e speck e una selezione di formaggi del “fattore”…yum yum yum tutto ottimo equamente smezzato e annaffiato da una birra alla spina di cui non ricordo assolutamente il nome, (senti un po’, ciccio…com’era che qui sorge curiosità?) e una coca (si ho bevuto una coca-cola, si dopo un fioretto che durava 6 anni…ho ceduto così!), il tutto condito da un sacco, ma veramente ancora tante chiacchiere.

Dai, va che meraviglia, sei qui seduta a parlare in una serata tiepida e piacevole non fare la timida, smetti di arrossire ogni cinque minuti…

Abbiamo tirato in ballo i reciproci ricordi di scuola, le varie amicizie e cosa si intende per amicizia, quanto eravamo irrequieti e vivaci da bambini, due piccole teppe ambulanti; i sogni e i pensieri, l’amore quello che è quello che si vorrebbe e quello che è stato…un confronto di esperienze, un confronto di vite, gli sguardi che rimbalzavano di rossore in rossore, le parole non dette per quella timidezza che blocca ma che rende tutto ancora più speciale, parole invece dette proprio a causa della timidezza per spronare e lanciare un segnale.
“Dai, usciamo a fare due passi?”
“Si, va bene.”
Dritti alla cassa, paghiamo saliamo le scale, usciamo…ormai è buio, ma non fa freddo. C’è un tanta gente in giro, giorno di ponte come fosse una domenica, la notte Milano vive un’altra età, le macchine che si superano e si suonano a vicenda, chi ha fretta e chi invece non conosce la strada e rallenta intralciando la circolazione, chi si tuffa per parcheggiare scoprendo poi che proprio lì non si può, ecco perché c’era tutto quel posto, e chi invece semplicemente passeggia…come noi.
“Ah, vieni che ti faccio vedere un posto davvero molto bello!”
“Ok”
“E’ un fioraio che fa anche caffetteria, dietro P.za S. Marco, hai presente?”
“Hm..si!”
“Cavolo siamo arrivati in P.za della Repubblica e non me ne sono nemmeno accorta!”
Nel frattempo ha iniziato a piovigginare, qualche goccia spray che scende ma fatica ad arrivare a terra illuminata dai lampioni assume una luce particolare, l’effetto è bello: sembrano piccoli coriandoli che cadono e svaniscono prima di toccare il suolo. Non so se è perché ormai è una giornata che stiamo camminando o altro, ma io un po’ sbando; l’andatura non è più dritta, forse è anche tutto l’insieme delle risate che mi fanno girare la testa, e le mani sempre fredde, ma le gote che diventano rosse ad ogni piè mosso.
“Torniamo indietro?”
“Si, dai che sta piovendo, speriamo non inizia il diluvio!”

Cavolo, che fare? Uffa…dai su ‘sti sguardi sono troppo palesi, ma sono io che non capisco o lui che è timido? Gli prendo la mano? No ma che figura…e poi? Magari non ho capito un cavolo di niente e che figura ci faccio? Si ma alla tua età, si può essere ancora così impacciati?! Va beh, non avere fretta alla fine siete usciti solo due sere, e questa da soli è la prima volta…di sicuro ci si vede ancora in università che sia per un caffè, o solo un’oretta tra le lezioni…dai tranquilla! Hm…ok!

Davanti al Fatebenefratelli, fermi per attraversare; arrivano macchine? Non se ne vedono, andiamo? Resto ferma quel mezzo secondo in più che mi permette di bloccare lui che sta per fare il passo quando mi accorgo dei fari di una mercedes che sopraggiunge…mano nella mano, cuore a mille…guance porpora: mi guarda…lo guardo “Sono stata troppo sfacciata?”
“Hai fatto benissimo!”
Il battito rallenta, il sorriso invade il mio viso che piano piano riacquista un colore naturale, ancora un istante di straordinario imbarazzo, la voce che trema leggermente, una carezza per dare tranquillità e le dita che si intrecciano strette strette…
La mente ha iniziato il suo film, trasportata dalla polvere magica di Campanellino si vola in alto sì, proprio là…gira, seconda stella a destra e poi sempre diritto fino all’isola-che-non-c’è.
E ora? Mah, chi lo sa…ho cominciato quel famoso libro dalle pagine intonse che mi ero ripromessa di aprire, un nuovo diario, un nuovo modo di affrontare la vita, un sorriso che sostiene, attenzioni speciali che mi coccolano e gesti che da sempre ho sognato ma che non pensavo potessero davvero esistere, un’emozione costante e una felicità immensa…la favola della primavera che di capitolo in capitolo porterà qualche cosa di inaspettato e sempre diverso, perché una cosa è certa: non esiste la noia! Tutto il resto è da capire? Nessuno dei due ha questa fretta!
Hugs,kisses&cookies

Grazie Mamma


Sempre dedicato alla Mamma un dolce soffice come una nuvola, che come lei abbraccia e conforta! Un cuore delicato di ricotta protegge delle piccole fragole che devono crescere e imparare a camminare da sole.
Un pensiero alla mia mamma, la mia musa nell'affrontare la vita con tutte le sue prove, difficoltà e momenti di estrema gioia...non basta un
Ti Voglio Bene, perchè tutto l'affetto che lei mi trasmette è ancora più grande, però queste parole esistono per esprimere un sentimento così bello e allora le faccio mie pur sapendo che se potessi trovarne altre altrettanto efficaci ne farei tesoro per esprimere tutto il bene che le voglio!!!

Una fetta, un bacio e un abbraccio anche alle mie mamme acquisite: la mia NONNA e la mia ZIOTTA, con le quali sono cresciuta e che mi hanno sempre sempre sostenuta e coccolata! Si beh..una famiglia decisamente matriarcale...
Hugs,kisses&cookies
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mercoledì, maggio 10, 2006

Cronaca di una giornata annunciata


Ho preso in prestito dal signor Garcia Marquez l’idea del titolo per questo post perché ripensando alla giornata del 1 maggio mi è tornato alla mente il libro dello scrittore sudamericano, tutto giocato sul “misunderstanding” o “equivoco”, ( come qualcuno potrebbe contestare questo linguaggio misto inglese, vero?…testa!)
H. 15.00 P.za Cadorna. “Ciao!”
Ciao, è tanto che aspetti?”
“No, sono appena arrivata! Allora dove andiamo?”
“Non so, dai facciamo due passi di là!” ( verso il Parco Sempione, ndr)
“Ok!”
Pomeriggio soleggiato e tiepido, la città è invasa da orde di manifestanti che si diramano in tutte le direzioni: stare ad aspettare davanti alla stazione è un vero spettacolo sembra di stare al circo, ci sono macchine che sfrecciano al semaforo, ragazzi coloratissimi che invadono le vie camminando a gruppi per non disperdersi, famiglie che portano bimbi e cani a pascolare al parco, turisti che si fanno immortalare sotto quella scultura di poco gusto che rappresenta un ago e dei fili colorati, il rumore dei tram che frenano sui binari per lasciar scendere i passeggeri, caricarne di nuovi e proseguire in tondo attraverso Milano, gente che cartina alla mano, occhiali da sole sul naso, zaino in spalla si dirige titubante chiedendo informazioni un po’ qua e un po’ là…si potrebbe passare la giornata così: solo osservando.
Non conoscevo bene i sentieri del Parco Sempione, si snodano in una serpentina che attraversa piccoli prati di un bel verde brillante, quel verde tipico della primavera che è arrivata in tutta la sua esplosione di profumi e colori, aiuole piene di piccole margherite bianche e campetti da gioco invasi da ragazzotti mastodontici che si sfidano a basket dando vita a veri tornei nei quali “o sei dentro, o sei fuori, non c’è storia!” ; )
Ho vaghi ricordi del percorso perché ad un certo punto mi sono ritrovata sui Navigli, camminando camminando, parlando e ridendo come due sere prima; le gambe che andavano avanti da sole, la testa che già era nel pallone più completo, che fantasticava e che si lasciava trasportare da una sensazione di leggerezza così tenera, le mani che per l’emozione erano al limite dell’ibernazione e quegli sguardi così pieni di significato e così speranzosi, ma altrettanto invasi di timidezza da sfociare in sorrisi rubati che tradivano ogni tentativo di disinvoltura. Momento di pausa seduti su una panca a ridere di un’allegra famigliola che correva in tondo nel parchetto, marciando a ritmo sostenuto, qualche bimbo che tentava testacoda in bici e piccoli “cani-da-donna” che sbraitavano petulanti e fastidiosi; una panca tante chiacchiere…tante risate, mamma quanto ho riso, quanto tempo che non ridevo più così bene, sapevo di esserne ancora capace! Che spettacolo i Navigli, così tranquilli durante un qualsiasi pomeriggio, i locali ancora chiusi, i ponticelli sgomberi e solo qualche vecchiettino che fa due passi…la magia di certe zone di Milano che anche se iper frequentate sanno regalare paesaggi e piccoli squarci di altri tempi.

“Cavolo…già le 18.00? dai sediamoci 10 minuti alle Colonne” (S. Lorenzo!)
“Ok!”
La panca di marmo era lunga almeno un metro e mezzo, ma stare sul bordo e rischiare di prendere una bella sederata a terra era molto più divertente…seduti, per una volta alla stessa altezza, anche io ogni tanto ho l’occasione di guardare negli occhi chi mi parla e cavolo questa volta è stata una bella prova per non diventare bordeaux ogni mezzo secondo.
“Ah, sai che oggi i mezzi terminano servizio alle 20.00?”
“No, cavolo…non lo sapevo!”
“Dai allora sarà il caso di incamminarci, altrimenti rischi di non tornare a casa!”
“Si, almeno arriviamo in Duomo, così prendo la metro!”
E via…di nuovo a piedi, già a mezzo metro da terra, in effetti mi sentivo anche più alta, saranno stati quei 30cm di vuoto tra i miei piedini e il marciapiede?!
La tensione che inizia a salire, cavolo se sale, sale come salgono anche i battiti del cuore, cavolo gaia ma sei così agitata? Eh si…ma perché? Ma che diamine ne so…cioè…si lo so perché sono agitata ma non lo voglio ammettere, dai così presto? Non è possibile, dovresti essere lì ancora un po’ giù e invece sei raggiante e felice…lo so e questa cosa mi destabilizza, non lo potevo immaginare, cacchio quanto sto bene, sto davvero bene…sono qui che passeggio, sono qui che chiacchiero e sono qui che rido…gente…rido come non mai! È bellissimo, mi gira anche la testa da tanto sono scombussolata!!! Cavolo, non può già essere ora di tornare a casa…no dai facciamo che la metro non smette alle 20.00 è anche una bella serata, dai…it’s not fair!!! E poi…? Se torno a casa? No che imbarazzo, il momento dei saluti è sempre tremendo…ma poi? Ma si di sicuro ci facciamo scappare anche un caffè in settimana, già che magari è anche bel tempo…c’è il giardino della Guastalla…sta cavolo di partita a briscola si può fare anche all’aperto, o no?!? Ma si che un caffè ci scappa, cacchio…speriamo!!!

“Speriamo di essere in tempo…”
“Si, speriamo di prendere almeno l’ultima metro!”
“Cavolo…come non detto…questa uscita è chiusa, proviamo l’altra!”
L’ATM per una volta ha fatto cosa saggia a sigillare le uscite della metro 30min prima dell’orario previsto…e via alla volta di Cordusio, tanto km in più km in meno…
“Senti, facciamo così…”
“Dimmi”
“Arriviamo fino a casa mia, così prendo la macchina e ti do uno strappo a casa, se vuoi eh…!”
“Guarda, a me basta arrivare in qualche modo a Loreto, poi mi faccio venire a recuperare, non ho nemmeno preso le chiavi di casa!”
“OK, non ci sono problemi, ti porto anche a casa!”
“Eh, dai va bene…avviso a casa!”
“Senti…se ti va, ma solo se ti va…”
“Dimmi…” (dai che magari arriva l’ideona!)
“Già che è quasi ora di cena, che ne dici se a questo punto andiamo a prendere la macchina, stiamo fuori a mangiare qualche cosa e poi ti porto a casa?!”
“Hm…ma si dai, se non ti scoccia e non ci sono problemi, a me va bene!” (yeah!!!!!!)
“No, tranquilla mi fa piacere”
“Allora ok! Avviso che sto fuori, sempre perché ho lasciato a casa le chiavi…che testa!”
“Eh eh eh, ci metteremo una ventina di minuti per arrivare a casa mia...“
“Dai abbiamo girato mezza Milano, che problema vuoi che ci sia per due passi in più?!”

…fine del primo capitolo…

lunedì, maggio 08, 2006

Elogio alla Timidezza!

Ho imparato a sognare,
che non ero bambino
che non ero neanche un' età
Quando un giorno di scuola
mi durava una vita
e il mio mondo finiva un po là
Tra quel prete palloso
che ci dava da fare
e il pallone che andava
come fosse a motore
C'era chi era incapace a sognare e chi sognava già
Ho imparato a sognare
e ho iniziato a sperare
che chi c'ha avere avrà
ho imparato a sognare
quando un sogno è un cannone,
che se sogni ne ammazzi metà
Quando inizi a capire
che sei solo e in mutande
quando inizi a capire
che tutto è più grande
C' era chi era incapace a sognare e chi sognava già
Tra una botta che prendo
e una botta che dò
tra un amico che perdo
e un amico che avrò
che se cado una volta
una volta cadrò e da terra, da lì m'alzerò
C'è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò
Ho imparato a sognare,
quando inizi a scoprire
che ogni sogno ti porta più in là
cavalcando aquiloni, oltre muri e confini
ho imparato a sognare da là
Quando tutte le scuse,
per giocare son buone
quando tutta la vita è una bella canzone
C'era chi era incapace a sognare e chi sognava già
Tra una botta che prendo
e una botta che dò
tra un amico che perdo
e un amico che avrò
che se cado una volta
una volta cadrò e da terra, da lì m'alzerò

C'è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò

Ancora una canzone dei Negrita a farmi da sottofondo in quest'ultima settimana...sette giorni giusti giusti sono passati da che una semplice chiacchierata si sia potuta trasformare in uno sguardo, in un sorriso, in un'emozione...in un'intraprendenza che non ricordavo mi appartenesse.
La vita è una continua scoperta, quando meno te lo aspetti, quando anzi nemmeno sei alla ricerca di qualche cosa, quando magari ci pensi, ma decidi che per un po' va bene così che se capita ok, ma se invece non succede nulla non c'è niente di male...ecco esattamente in quel momento tutte queste piccole considerazioni vengono accompagante via come fa la brezza con la sabbia in riva al mare; e ti ritrovi con la testa che gira, seduta al tavolo di un locale stile messicano, con in sottofondo trenta persone che parlano e si muovono e tu sei incollata alla sedia e dal nulla ci si presenta e si inizia a parlare come se ci conoscesse da una vita e invece sono solo 5 minuti, ma alla fine della serata sono bastati a farti andare via con un bel sorriso e una tranquillità che mancava da così tanto tempo e dimenticando anche di saldare la tua parte per la consumazione...
Hugs,kisses&cookies

Torta Mousse al cioccolato

AUGURI MAMMA&ZIA!!!

Per festeggiare il compleanno delle mie gemelline preferite, anche loro choco-addicted (sarà genetico!?) che c'è di meglio che una super torta cioccolatosa, morbidosa e golosissima?!?!
La ricetta domani sarà
qui! nel frattempo fatevi venire un po' di acquolina!
Hugs,kisses&cookies
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domenica, maggio 07, 2006

Carpaccio misto

Qui mi si chiedeva di portare cibo in tavola...chef-Gaia si è lanciata in un insolito carpaccio misto last minute preparato per un pranzo veloce tra un momento di felicità e un sorriso rubato....

Ingredienti:

100g carpaccio di spada
100g carpaccio di branzino
100g carpaccio di orata
foglie di radicchio
carota a julienne
basilico fresco
succo di 1/2 lime
olio di sesamo, sale
-Preparare un'emulsione con l'olio di sesamo, il succo del lime e il sale, (a piacere anche uno stelo di erba cipollina tritato);
-Coprire con la marinata il pesce e lasciarlo riposare una mezz'oretta;
-Disporlo nei piatti seguendo l'estro del momento, nel mio caso ho avvolto le fettine a mo' strudel e le ho sdraiate sull'insalatina mista condita!!!
Hugs,kisses&cookies
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martedì, maggio 02, 2006

Giocando con i cuori in equilibrio nella notte

Ma allora è vero che proprio quando meno te lo aspetti, arriva la carezza della felicità. Basta una parola, una risata, una serata passata tra le chiacchiere a portare scompiglio! Meno male che succede ancora...
Hugs,kisses&cookies

lunedì, maggio 01, 2006

Novità al Kokoro!

Io continuo a proporre i miei cari kokori, perché ogni volta che vado a trovarli hanno qualche idea in più…ora nel menù hanno aggiunto anche i consigli dello chef, tra i quali mi ha particolarmente impressionata il dolce, già suggerito per S. Valentino e ora tornato sulla carta: un Budino di sesamo nero.
A vederlo sinceramente non ha l’aria così invitante, perché si presenta molto molto scuro, color asfalto! Servito al bicchiere ha tre strati: caramello alla base, budino di sesamo, un velo di panna semimontata.
Il caramello non è eccessivamente e questo serve a ben bilanciare il budino che di per se è decisamente corposo, il sesamo lascia un vago aroma di affumicato e noccioline, la consistenza è morbida ma vagamente granulosa e la panna in superficie rinfresca la bocca. Ha un gusto decisamente difficile da descrivere perché ero abituata a mangiare quel tipo di semino solo intorno al riso per gli hura-maki e trovarlo in un dolce mi ha incuriosita!
Da provare, si si…da provare!
Hugs,kisses&cookies

Nami Sushi Restaurant

Ennesima sperimentazione di un giapponese a Milano, che questa volta si è rivelata molto soddisfacente.
Il locale ha aperto da poco, un annetto e mezzo circa, e quasi non si vede nemmeno, perché l’ingresso è una stretta porta nera che si affaccia su Corso di Porta Ticinese al n. 6;
Una volta entrati, si viene accolti in un’unica lunga sala divisa in due ambienti, uno nella parte iniziale del ristorante rialzato rispetto al resto è arredato con tre tavoli bassi per l’effetto tatami, l’altra parte invece copre circa una cinquantina di coperti con tavoli scuri e sedie rosse disposti in file ordinate lasciando lo spazio centrale per permettere il passaggio; al fondo ci sono le cucine, un bancone sulla sinistra è adibito alla sola preparazione del sushi, con tre cuochi cinesi che lavorano a ritmo serrato.
Il personale di sala, tre ragazze e il proprietario che sovrintende, è molto cortese e attento, e soprattutto veloce sia nelle ordinazioni che nello servire al tavolo.
L’ambientazione è piuttosto tetra, tutta giocata su tonalità scure e fredde, c’è molto nero e anche tanto legno, sempre molto essenziale.
Purtroppo il pranzo giapponese non era preventivato per cui non avevo con me la digitale.
I menù per la pausa pranzo sono circa 6 e hanno un prezzo che oscilla tra i 12 e 20 euro, il che dipende sia dalla quantità di porzioni, sia dalla scelta dei cibi, comunque tutti molto abbondanti.
Dato che la mia celiachia non mi permette di mangiare la salsa di soya, io ho optato per una scelta alla carta onde evitare possibili contaminazioni, un ottimo sushi misto e un altrettanto valido “rainbow horo-maki”, che consiste in un vassoietto di 8 pezzi di horo-maki di pesce misto e avocado, bellissima la presentazione poiché erano disposti a serpentina sul piatto, i maki ripieni di tonno crudo erano poi rivestiti con fettine di sashimi misto e avocado i cui colori creavano l’effetto arcobaleno. Impossibile terminare il pranzo, almeno per me, senza la mia gelatina di adzuki, da che l’ho scoperta non ne faccio più a meno!
Prezzi nella media, in due abbiamo speso 40 euro, contando anche due tè verde, e i coperti, unica pecca: il tè non era il matcha come al kokoro!
Vivamente consigliato!!!

Nami Sushi Restaurant
C.so di Porta Ticinese 6
20123 Milano
tel. 02 894 014 15
info@namisushi.it
http://www.namisushi.it/