lunedì, febbraio 27, 2006

Pane Celiaco

Che gioia poter fare la scarpetta! Con quei cavolo di grissinetti plasticosi che spacciano per sostituti del pane era impossibile pensare di raccattare qualche goccia di "pucino" dal piatto...e invece la scorsa settimana ho avuto l'iiluminazione perchè sono nadata ad una sorta di corso di cucina senza glutine, sponsorizzato da una piccola azienda che produce farine per celiaci e dall'AIC.
"Molino Rivetti" è il nome dello sponsor. Ci hanno illustrato come preparare il pane, la pizza e tutto quello che deve sostituri i classici prodotti con glutine nella quotidianità usando ovviamente le loro farine.
Come in tutti i corsi ognuno avevva a disposizione la sua piccola postazione, questa volta molto spartana perchè eravamo nella sala feste di un centro sportivo, però è stato comunque simpatico!
Ero perplessa quando abbiamo ottenuto l'impasto base da far lievitare perchè era liquido come uno yogurth, ma in fondo ero lì prorpio per imparare a ricreare un pane morbido e soffice! Partendo dagli ingredienti base, come farina, olio, acqua e lievtio il procedimento risulta molto diverso:

250g farina senza glutine
7g lievito secco, o 1/2 cubetto di lievito di birra fresco
200ml acqua tiepida
1 cucchiaio di olio exv.

-In una ciotola sciogliere il lievito fresco con poca acqua, aggiungere a pioggia la farina e iniziare a mescolare con un cucchiaio di legno, aggiungere l'olio e l'acqua restante poco alla volta fino ad ottenere un composto della consestenza di uno yogurth.
-Versare nello stampo deisderato e coprire con pellicola per alimenti;
-Lasciar lievitare 40-50 minuti fino a che raddoppia di volume a temp. ambiente;
-Infornare in forno già caldo a 200° per 30 minuti.
Quello della foto è il risultato!!! Non dura molto, al massimo fino al giorno successivo alla preparazione.
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Marble Cheesecake

Ingredienti (x 10 persone):

Per la base
300g biscotti secchi
150g burro fuso

Per la Crema:
300g Philadelphia, o altro formaggio cremoso
300g ricotta fresca
3 uova intere
3 cucchiai di zucchero semolato
250g cioccolato fondente fuso

-Preriscaldare il forno a 180°;

-Munirsi di uno stampo a cerniera da 26cm, coprire il fondo con carta-forno e imburrare bene le pareti;
-Tritare finissimamente i biscotti, sciogliere il burro e unirlo alla farina ottenuta, mescolare con un cucchiaio di legno e versare il composto sul fondo dello stampo, livellare bene e compattare il tutto;
-Passare in frigo una ventina di minuti, poi cuocere solo la base 10min in forno già caldo, togliere dal forno;
Preparare la crema:
-Lavorare il Philadelphia e la ricotta qualche minuto con le fruste elettriche, fino ad ottenere una crema morbida;
-Aggiungere le uova leggermente sbattute con una forchetta, una alla volta e continuare a sbattere;
-Aggiungere anche lo zucchero;
-Lasciar fondere il cioccolato a bagnomaria;
-A questo punto riprendere la base e iniziare a versare la crema e il cioccolato alternandoli, dopo aver versato il cioccolato, creare delle onde con la punta di un coltello o uno stuzzicadenti per creare l’effetto marmorizzato.
-Infornare per 30 min.
-Togliere dal forno e lasciar raffreddare nello stampo fino a che la cake non si abbassi naturalmente da sola, togliere la cerniera dallo stampo e servire…
Hugs,kisses&cookies

Solitamente non mi dedico a queste dosi massicce, ma ieri mattina lavoro di coppia con la mamma che ha deciso di deliziare i suoi colleghi con una sorta di brunch a base di pane&salame e torta da ottomila kcal a briciola!
In teoria la ricetta originale non prevedeva la sostituzione di parte del formaggio con la ricotta, ma a mio avviso usare la ricotta rende questo tipo di dolci molto più morbidi e soprattutto meno pesanti, solo philadelphia o mascarpone sono una vera cintura di piombini dopo il primo assaggio, anche nella mia versione del Tiramisù, sostituisco volentieri il mascarpone che per carità è ottimo se fresco, ma troppo pesante con due terzi di ricotta fresca…in ogni caso tolgo la ricotta dal frigo un’oretta prima di utilizzarla e la lascio colare bene in un colino a maglia fitta, così che non bagni troppo la crema che preparo.
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sabato, febbraio 25, 2006

Sushi last minute

Ogni tanto improvvisare qualche pasticcio si rivela essere una buona idea...un paio di sere or sono mi ero preparata del riso integrale e del riso rosso cotti a pressione, prima di cena ho aperto il mio magico armadietto della dispensa e cosa mi cade tra le mani? La confezione di alghe nori..un segno?! ho guardato le alghe...ho guardato la ciotola di riso...e ho detto, ma si proviamo tanto lo devo mangiare io! Attrezzata di stuoino di bambù, ho fatto scaldare il riso con un cucchiaino di tamari, non avevo voglia di mangiarlo freddo, e poi l'ho avvolto come il più classico dei sushi, ma dato che se ne avanzava giusto un cucchiaio ho preso anche un foglio di carta di riso, l'ho inumidito per renderlo morbido e l'ho farcito a mo' "california roll" e me lo sono pappato!
La particolarità era nel riso, perchè sia quello integrale, sia quello rosso hanno già un sapore piuttosto marcato e salato, ma la nori ci stava davvero bene insieme! Esperimento riuscito, per la prossima cena last minute si può riprovare!
Hugs,kisses&rolls
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Crema di lenticchie all'egiziana

E' una crema che accompagna le fredde serate invernali da tanti anni ormai. Una ricetta semplice e veloce da fare ogni volta che si sente il bisogno di un po' di tepore, soprattutto in giorni come quelli appena passati, piovosi e umidi.
La prima volta che l'abbiamo assaggiata è stato in Egitto, la cucinva solitamente la governante che c'era in casa, la quale era una signorotta piuttosto rubiconda e allegra, molto brava ai fornelli, e pensando che tutti noi fossimo troppo magri e denutriti, quando sapeva che saremmo venute dall'Itaia preparava quantità di cibo tali da soddisfare abbondantemente gli appetiti voraci di un esercito!
Ricordo con estremo piacere quando in tavola c'erano i manghi sugosi, maturi e di un colore così brillante da fare a gara con il sole, buonissimi, dolci e morbidi; per alleviare il caldo bevevamo litri di "Assir", una bevanda a base di succo di lime, zucchero e acqua; e poi c'era sempre la "Kofta", annegata in un mare rosso di sugo e alleggerita da una buona dose di yogurth cremoso e acidulo...e questi sono solo parte dei miei ricordi, quelli di unabambina di 8-9 anni che era più impegnata a mangiare che a catalogare mentalmente quello che aveva davanti...un'altra crema che mi faceva letteralmente sbarellare era la "Mulukhia",(cerco bene sul libro della Roden come si scrive), ma purtroppo ero allergica e non ho più potuto mangiarlo...
Avevo detto a Francesca che avrei postato la ricetta, eccola:

Ingredienti x 2 pots

2 carote di medie dimensioni
2 zucchine
1 patata
1 cipolla rossa
3 cucchiai di lenticchie rosse
1-2 cucchiaini di concentrato di pomodoro
1 cucchiaino di semi di cumino
acqua q.b

-Pelate le carote e la patata, pulite le zucchine e la cipolla;
-Tagliate tutte le verdure a tocchetti, non importa che siano regolari, basta che abbiano più o meno la stessa dimensione;
-Mettete tutto in una casseruola, aggiungete le lenticchie e versate acqua fredda a sufficenza per coprire almeno di due dita le verdure.
-Portate a bolloore su fiamma vivace, poi coprite con un coperchio e fate cuocere a fuoco dolce fino a che le verdure non siano morbide, solitamente lascio cuocere per 45-50 minuti, se necessario aggiungete altra acqua, questa volta calda durante la cottura.
-A metà cottura, aggiungete anche il concentrato e il cumino, mescolate e portate a termine. Aggiustate di sale.
-Usando il minipimer riducete a crema il tutto, nel caso fosse troppo liquida rimettete sul fuoco e lasciate ridurre fino alla consistenza desiderata. Io amo i passati e le creme ben compatti.
-Servite con un filo di olio a crudo o dei crostini a piacere!
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mercoledì, febbraio 22, 2006

1 anno di "Sogni&Pensieri"

Già...già! è passato un annetto da quando la gaietta ha messo radici anche nel mondo dei blogger! In ritardo di qualche giorno, festeggio il I Anniversario ufficiale di questo piccolo blog, colorato, meditativo e goloso!
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martedì, febbraio 21, 2006

Dolcetto di Riso&Soya

La scorsa settimana, sono andata nuovamente a svaligiare Kathay, il negozio-alimentari internazionali, in zona Paolo Sarpi, e sono rimasta incuriosita da questo dolcetto di riso&soya che stava nel banco frigo; negli ingredienti figurano solo farina di riso, olio di riso, soya, zucchero e aroma di vaniglia...ora mi chiedo e mi domando come stiano insieme le basi? la loro consistenza è piuttosto spugnosa, come un savoiardo molto più sottile, fate conto che ognuna sarà alta circa 1/2 cm, sono compatte e non si sbriciolano, la crema dentro, sembra quella di adzuki, per cui quasi gelatinosa, dolce e molto buona...mi piacerebbe provare a rifarlo a casa, ma mi chiedo come riproporre la base, già che non ci sono nè uova nè latte nè burro...che dite? qualche idea?

Bollettino medico: Kat, mi raccomando non rimanere incastrata con le dita! Il nonno è ancora stabile, da lì non ci muoviamo, il chirurgo purtroppo è pessimista, i dottori di rianimazione non si sbilanciano mai, perchè come sempre anche per loro la situazione può cambiare di ora in ora per cui anche noi abbiamo i consueti due appuntamenti al giorno per avere qualche notizia.
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domenica, febbraio 19, 2006

Occhi a Mandorla



Se facessi le analisi del sangue domani mattina, il mio livello di colesterolo HDL sarebbe alle stelle, non credo di aver mai mangiato tanto pesce come in questi giorni!
Complice il fatto che la situazione del nonno è stabile tendente al progressivo miglioramento, sono andata a prendere la mamma nella sua pausa pranzo e abbiamo provato un ristorante giapponese vicino alla Statale: Kanda.
Locale tranquillo, solito arredamento minimal black, tanto per stare in tema japo-japo. Cuoco giapponese che prepara sushi e sashimi direttamente in sala, sotto gli occhi dei clienti, più che altro impiegati in pausa pranzo.
Proposte diverse a seconda dei gusti come menù degustazione ognuno dei quali si caratterizza per un piatto particolare ad esempio un sushi misto, o sashimi misto o tempura o pietanze scottate, e serviti con l’immancabile ciotola di riso, zuppa di miso, piccola porzione di insalata e piattino di frutta fresca, costi variabili ma tutti tra i 12 e i 18 euro; altrimenti c’è il tradizionale menù alla carta dal quale scegliere.
Presentazione dei piatti senza fronzoli, anzi abbastanza anonima, niente di particolarmente appariscente o scenografico; una sola cameriera che credo sia anche la compagna del cuoco, dall’aria afflitta e poco socievole.
Qualità del pesce buona, forse un po’ troppo freddo il sashimi quando viene portato in tavola, sapeva più di ghiaccio che di pesce; il riso era un po’ troppo dolce.

Ristorante Giapponese Kanda
Via Santa Tecla, 3
20122 Milano
te./fax 02.869 154 94

Altro giro, altro sushi…giovedì mattina dovevo andare in segreteria per ritirare dei moduli così io&ste ci siamo dati appuntamento nelle mitica sede di via Mercalli, e dopo aver sbrigato le nostre faccenducole, ci siamo regalati un buon caffè alla “Pasticceria Ambrosiana”, uno dei locali storici e molto chic di Milano, (tra l’altro vicinissimo anche alla sede dell’A.I.C.), poi un bel giretto al Touring in C.so Italia, nel quale mi sono lasciata coinvolgere in un trip tra le mille edizioni di libri di viaggio, guide turistiche e nuovi percorsi gastronomici…all’ora di pranzo, ci siamo guardati e ci siamo detti:” beh, giapponese!”…per me è abbastanza difficile mangiare in giro, non posso buttarmi sul “panino, e via!” saltare il pranzo ho visto che non porta nulla di buono, anzi una volta a casa sarei capace di lasciarmi andare ai pasticci e poi essere disturbata per la cena così da saltare quella, che circolo vizioso e degenerante! Così il giapponese rientra nei miei canoni di cibo consentito, basta che stia attenta a non usare la salsa di soia…
Abbiamo optato per lo Zen, in una traversa di C.so di Porta Romana. Locale di cui avevo sentito parlare diverse volte, ho scoperto poi essere anche tra quelli segnalati dal Gambero Rosso.
L’ingresso è totalmente fuorviante, l’insegna sembra quella di un qualsiasi negozietto di Chinatown, ma superando la porta principale, si entra in un corridoio dai toni naturali, i muri sono interamente rivestiti di legno chiaro, le luci sono calibrate in modo tale da non essere troppo forti, oltre il corridoio c’è il banco di accoglienza e sulla destra si apre la sala, molto ampia dominata al centro da un grande banco-bar che poi è la maggiore attrattiva perché lungo tutto il perimetro della penisola che lo compone, si snoda un rullo sul quale i cuochi appoggiano i piattini dei vari sushi-sashimi, mini tempura e dolcetti che vengono trasportati fino a che gli avventori non decidono quale prendere .
I cuochi, tre in totale hanno la loro postazione all’interno di questa penisola, e ognuno si occupa di una preparazione, personalmente mi sono divertita ad osservare il ragazzo che affettava i tranci di pesce, aveva una maestria e una delicatezza nel maneggiare i filetti, che mi hanno colpita!
Nel resto della sale sono dislocati diversi tavoli, ai quali è possibile consumare i menù studiati appositamente per il pranzo, con prezzi variabili a seconda dei contenuti; al bar invece è possibile consumare solo quello che passa sotto gli occhi oppure scegliere altro dal menù alla carta come abbiamo fatto io&ste, rispettivamente: sushi/sashimi misto e un filetto di tonno scottato con salsa di soya.
Pesce decisamente fresco e di ottimo aspetto, buono il riso, né troppo dolce né di marcato sapore acidulo dovuto all’aceto, compatto ma al contempo con i chicchi ben sgranati. Mi è piaciuta una loro rivisitazione degli ura maki, i classici rolls che si presentano con il riso all’esterno e l’alga all’interno, perché il riso a sua volta era avvolto in una fetta di salmone e di nuovo in una strisciolina di carta di riso. Purtroppo la mia macchinetta digitale è defunta nel momento in cui mi apprestavo a scattare un paio di foto…il segnale della batteria scarica mi ha intimato di non infierire perché tanto non si sarebbe ripresa!
Il tonno di Stefano era morbido e scioglievole, molto delicato e i sapori decisi sia del tonno che della salsa di soya non si sovrastavano ma erano ben bilanciati.
Conto un po’ salato, e peccato per il trambusto ma del resto a Milano durante la pausa pranzo c’è sempre un sacco di gente!

Zen Sushi Restourant
C.so di porta Romana, ang. Via Maddalena 1
20122 Milano
tel. 02.890 135 57
zen.mi@zenworld.it
www.zenworld.it

Ma perché fermarsi a due soli giapponesi quando si può avere anche un terzo?!
Venerdì sera cena con la mamme al Kokoro, di ritorno dalla visita in ospedale, eravamo noi due sole ci siamo passate davanti, ci siamo guardate e abbiamo parcheggiato!
Solita accoglienza calorosa e affettuosa, atmosfera sempre ultra rilassante, cortesia e delicatezza come sempre.
Fortunatamente non è cambiato nulla dall’ultima volta e ne sono felice, perché secondo me la loro forza è proprio il fatto che hanno studiati il menù in modo tale che sia i clienti affezionati sappiano destreggiarsi, sia coloro che si avvicinano per la prima volta possano avere una buona scelta e semplice da consultare. Finora è l’unico ristorante che ha già una pagina intera di menù con più di una combinazione per il sushi/sashimi misto, altrove ho sempre dovuto chiedere se fosse stato possibile ordinarli insieme perché avevano liste separate e a prima vista non compatibili.
E finora è il giapponese che mi ha dato più soddisfazione. Non voglio sembrare di parte ma bene come da loro non ho ancora mangiato in nessun altro giapponese!
Ho assaggiato per la prima volta i fiori di loto, che buoni! Mai mangiati prima, li hanno portati come piccolo antipastino, serviti con isemi di sesamo e un filo di olio di sesamo, colore poco invitante a dire la verità perché tendente al grigio, ma dalla consistenza croccante e molto saporiti.

Solo tre???! Sabato sera di nuovo al japo japo…settimana intensa per il mercato ittico con una cliente affezionata come me alla ristorazione marina!
Questa volta allo “Aoyama”, sono curiosa di sapere che cosa significhi, devo fare qualche ricerca!
Non ci siamo…non mi è piaciuto, sono io che ho voluto provarlo perché è stato aperto da un annetto e quando ci passavo vicino buttavo l’occhio dentro, ma forse per il fatto di essere in V.le Monte Nero, proprio vicino al Fresco Bar, (uno dei locali fighetti), lo porta ad essere frequentato si da clienti giovani, ma anche troppo rumorosi, e ho imparato che la quiete e il cibo giapponese si sposano alla meraviglia, mangiare sushi e assaporare ogni singolo boccone di pesce per capire tutte le sfumature e magari ritrovare il sapore del mare riesce solo in un ambiente tranquillo e calmo, nel quale non c’è confusione o via vai continuo di camerieri iper apprensivi.
Menù molto ricco, ma privo delle scelte guidate di degustazioni, che spesso risolvono tante indecisioni, in compenso ci sono 10 menù fissi per il pranzo, e 5 tipi di carpaccio di pesce diverso.
Questo non toglie il fatto che i rolls erano molto approssimati, il riso scappava e sapeva troppo di aceto.
Le cameriere erano la metà di mille, ognuna passava frenetica avanti e indietro tra i tavoli, guardando se c’erano piatti da portare via, tanto che una ha pensato bene che volessimo sbarazzarci di metà vassoio pieno, solo perché lo abbiamo alzato per spostarlo.
I dolci erano strani, Ste si è astenuto perché non ispirato, io&Guido abbiamo optato per le classiche gelatine di adzuki e tè verde, e Sabrina si è arrischiata con una “Crepé Special” , scritto esattamente così; la crepé è stata servita in una ciotola annegata in una salsina marroncina di identità sconosciuta, il ripieno sarebbe dovuto essere di adzuki, ma non so bene se sia riuscita a sentirlo!
In compenso serata bellissima, finalmente di svago e sorrisi!

Aoyama Ristorante Giapponese
V.le Monte Nero 25
20135 Milano
tel. fax: 02.541 239 06
ah…scordatevi il parcheggio è una zone infame per i non residenti!

Direi che la settimana si è conclusa all’insegna del colesterolo buono…credo mi stiano per spuntare le pinne!
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venerdì, febbraio 17, 2006

7 songs MeMe

Le mie sette canzoni, caspita sembra un MeMe facile, dai sono solo sette titoli da scrivere, e invece sono due giorni che mi ci arroviglio perché ne ho sempre così tante che mi ricordano qualche cosa o che mi suscitano un’emozione particolare che mi sembra scorretto elencarne alcune ad esclusione di altre…posso solo dire che all’apice della lista c’è la discografia completa dei Queen, e ancora un gradino più in alto sempre nello stesso cielo c’è Bohemian Rapsody…questa canzone ha un posto privilegiato in ogni caso perché mi è di conforto nei momenti più tristi, è legata a dei ricordi bellissimi e mi ha fatta scoppiare in un mare di lacrime quando ho sentito il primissimo accordo al concerto lo scorso anno, l’unica canzone che mi scombussola il cuore e la mente, l’unica canzone nella quale riesco a trovare serenità.
Detto ciò posso rivolgere la mia attenzione ad altre 7 canzoni significative, ma non saprei assolutamente come abbinarle ai dei vini, perché non praticando l’arte della degustazione, (Bacco non mi accettata al suo corso), non ho basi su cui esprimermi! Grazie a Roberto che mi ha coinvolta nel meme

1. Romeo&Juliet by Dire Straits
2. Ventura Highway by America
3. November Rain by Guns&Roses
4. Angelo by Francesco Renga
5. Wild World by Cat Stevens
6. Getaway by Train
7. Il mio canto libero by Lucio Battisti

Ce ne sono altre millecinquecentottantacinque che potrei scrivere perché avere musica in sottofondo per me è fondamentale, non riesco a stare in una stanza silenziosa troppo a lungo, che sia la radio, un cd oppure il mio lieto canticchiare in solitaria una melodia mi fa sempre compagnia.
Hugs,kisses&cookies

mercoledì, febbraio 15, 2006

Crostatine ai Lamponi

Queste crostatine le ho promesse un paio di giorni fa alla nonna, che mi aveva dato un pirex stracolmo dei lamponi che lei e il nonno coltivano durante l'estate e dato che alla fine della stagione si ritrovano con i cesti che straripano, li conservano congelati e ora che sta sgelando il freezer non sapeva che farne perchè erano ancora tanti, così prima di tornare a casa le ho promesso che le avrei fatto una torta bella colorata in modo che anche il morale potesse sollevarsi un po'.

per la Frolla:

200g farina "00"
50g farina di riso, o anche frumina
120g zucchero semolato
120g burro freddo a tocchetti
vanillina e la scorza di 1 limone grattuggiata
1 uovo + 1 tuorlo, leggermente sbattuti

Per il ripieno:
500g lamponi freschi, o altri frutti di bosco
1/2 mela renetta dolce
zucchero semolato q.b.

-Preparare la frolla setacciando le farine e formando la fontana;
-Al centro iniziare ad intridere con le dita il burro freddo fino ad ottenere dei bricioloni;
-Aggiungere lo zucchero, le uova e gli altri aromi, impastare molto velocemente;
-Formare un panetto e lasciar riposare in frigo almeno 1h.
- Mettere in un pentolino i lamponi e la mela tagliata a dadini piccolissimi, dopo un paio di minuti, aggiungere tanto zucchero quanto basta ad addolcire la composta, regolatevi in base al gusto personale;
-Lasciar intiepidire e tenere da parte;
-Scaldare il forno a 180°
-Riprendere la frolla e stenderla in una sfoglia alta 1cm, si può usare per tante crostatine o una sola torta, a seconda dell'estro del momento e della disponibilità di stampi a portata di mano e tempo!!!!
-Disporre il ripieno sulla frolla e cuocere in forno già caldo per 15-20 min., si può usare la modalità ventilato perchè non c'è nulla che debba lievitare, e così la frolla asciuga prima.

Una di queste crostatine è dedicata ai due piccioncini Katy&Remy!
Hugs,kisses&cookies
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Grazie


Grazie di cuore a tutti voi che mi avete lasciato messaggi così teneri!
L'altalena sulla quale stiamo ondeggiando da più di una settimana a questa parte continua a dondolare, nessuno ci ha ancora tirato la catena per fermarla, l'aria fredda della sera continua a sbatterci la realtà sulle guance, ma il tepore della sala d'attesa, e quel piccolo Ficus che ogni giorni ha qualche fogliolina verde nuova aiuta a non spezzare la speranza!
Sono riuscita a risistemare anche l'impaginazione del blog, per questo devo ringraziare due scribacchini, Katy&Remy che si sono scervellati insieme a me e tra un tentativo da loro suggerito e uno da me inventato, alla fine ho ridato la giusta forma al blog...comunque continuo a perseverare nella mia ignoranza informatica, sigh! è come quando da piccola ho dovuto scontrarmi con le frazioni...non le capivo, non capivo un accidente di un cavolo secco!
Hugs,kisses&...cross your fingers
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lunedì, febbraio 13, 2006

Silenzio Stampa

Sala di rianimazione, prognosi riservata da una settimana. Camici verdi che corrono avanti e indietro e una saletta di attesa piccola, tiepida con due serie di sedie appoggiate al muro, un tavolino nero minimale, sul quale un piccolo Ficus Benjamina sta cercando di crescere; quando l'ho visto mi sono intenerita perchè vuol dire che anche in un posto del genere la vita può resistere.
Solo due al giorno a disposizione per stare un po' insieme, per parlare con i dottori che scattato il momento cacciano letteralmente dai letti dei degenti. Gli stessi dotori che si alternano nei loro turni massacranti, credo più psicologicamente che non fisicamente, la fatica si impara a sopportarla, ma quello che si vede lì no.
Quei dottori che così gentilmente non danno speranze, sono maghi nel non sbilanciarsi, il loro concetto di tempo è "di ora in ora", però hanno ragione...non possono sapere nemmeno loro il decorso che può essere di ripresa, lenta ma in ripresa, oppure di crollo repentino...oppure legato ad un filo, altalenante in questo limbo di speranza, timida e flebile e rassegnazione fredda.
Dai Nonno, ti voglio bene.

lunedì, febbraio 06, 2006

Riso Integrale&Gamberi


80g di riso integrale
2 1/2 tazze di acqua
sale grosso q.b.
6 gamberi
curry a piacere

-Portare ad ebollizione l'acqua, salare e versare il riso.
-Abbassare la fiamma, il bollore deve essere dolce, e cuocere il riso per almeno 40 minuti, di solito quello integrale ci impiega anche 50 minuti, per sveltire i tempi si può usare la pentola a pressione.
-Saltare i gamberi, dopo averli privati della "buccia" con un filo di olio ex.v. e curry a piacere, bastano 5 minuti;
-Unire anche il riso e saltare il tutto ancora un paio di minuti; servire ben caldo!

Pietanza ottima per chi ha costituzione Yin come la sottoscritta, infatti i gamberi di natura tiepida e sapore salato vanno a rinvigorire lo Yang, così come il curry miscela di spezie che vanno a riscaldare lo stomaco; il riso invece di sapore neutro ha un'alta digeribilità e questo integrale è ancora più facile da assorbire e conserva intatte gran parte delle fibre e anche vitamine, facendolo bollire lentamente anche il sapore viene mantenuto costante.
Sto raccimolando informazioni sull'alimentazione Yin-Yang e sulla medicina cinese applicata a questo ambito, mi rendo conto che l'argomento è assai vasto e impossibile pretendere di arrivare ad una piena conoscenza leggendo solo due libri, ma della serie "Diamo tempo al tempo"...sto scrivendo una bozza che posterò più avanti su alcune riflessioni a cui sono giunta in questi ultimi tempi!
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venerdì, febbraio 03, 2006

Meme: "10 cose che non sai di me"

Urca Urca…sono indietro di un Meme, quello che mi ha rigirato la portavoce ufficiale della famiglia Lufflè, ovvero Cannella!

1. Il mio tesoro…i miei due orsetti di peluche, i miei due Trudi stesso nome ma due personalità totalmente differenti, uno “Il Trudi Che Ride” è il più vissuto della coppia, quello che mi è stato regalato per primo alla mia tenerissima età di 9 mesi che mi ha accompagnata fino alle Maldive quando di anni ne avevo solo 6, e che per poco quando invece eravamo in aeroporto a Il Cairo un ragazzetto dell’esercito locale non me lo squartava, (letteralmente) perché temeva che potesse contenere droga, si era il periodo buio della guerra del Golfo, viaggiare non era semplicissimo, ma da lì a sospettare che uno scricciolo alto un metro e una briciola con lo zainetto rosa e lilla in spalla e un orsetto sotto il braccio potesse essere una narcotrafficante….beh l’altro Trudi, o meglio come diceva mio cugino quando aveva 1 anno: “Aaaatto Tudi”,(altro trudi), si chiama “Il Trudi Arrabbiato”, arrivato solo un paio di mesi dopo il suo fratellino maggiore, ma ora spelacchiato come lui, beh 23 anni passano anche per loro!! Si, si perché hanno anche loro 23 anni, festeggiamo insieme, e sono lì a pisolare dolcemente sul letto!
2. Io e una brutta bestia chiamata “anoressia nervosa” siamo state sul punto di stringerci la mano, la soglia l’ho sfiorata da vicino.
3. Ho iniziato a tenere un diario quando avevo solo 9 anni e non ho ancora smesso;
4. Le donne della mia famiglia: Mamma, Zia e Nonna sono le persone più importanti della mia vita;
5. Ho la fissa maniacale di tenere tutto sotto controllo, troppo;
6. Il mio umore è soggetto a sbalzi repentini;
7. Se smettessi di sognare sarei persa, ma forse questo già si intuiva;
8. Non ho mai capito nulla, nulla ma proprio nulla di come funzionino le frazioni…per me la matematica non è così certa come si dice in giro…
9. Ho paura dei distacchi dalle persone a cui voglio bene;
10. Ci ho messo un’ora a compilare questo Meme, perché sono riservata su quanto mi riguarda in prima persona per cui scrivere solo ed esclusivamente di me stessa su qualche cosa che non sia il mio diario, mi ha comportato un po’ di impegno! Sembra strano per una blogger, ma non sono così abituata a sbottonarmi, ascolto e mantengo discrezione, ma non sono capace di sciogliere tutti i miei pensieri!
Hugs,kisses&cookies

giovedì, febbraio 02, 2006

Apple Crumble

X 2 pots

2 mele renette
1 cucchiaio di zucchero
2 chiodi di garofano

Per le “bread-crumbs”

50g farina “00”
20g farina fioretto
50g burro freddo
2 cucchiai di zucchero semolato
2 cucchiaini di cannella in polvere

-Pelare le mele e tagliarle a dadolini piccoli, metterli in un pentolino con lo zucchero e i chiodi di garofano e lascia cuocere a fuoco dolce per 5 minuti;
-Preriscaldare il forno a 180°.
-In una ciotola, setacciare le farine e lo zucchero aggiungere il burro freddo a tocchetti e iniziare a intridere il tutto con la punta delle dita fino a formare delle briciole;
-Disporre le mele in due cocottine individuali, o una teglietta rettangolare, spargere metà delle briciole su ciascuna cocotte e spolverizzare le due superfici con un cucchiaino di cannella;
-Cuocere in forno già caldo per 15min. circa o fino a quando entrambe siano ben dorate.
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